Costa Rica, “Pura Vida”. Ma è veramente il paese più felice del mondo?

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Molti in Italia ormai da tempo stanno pensando di lasciare tutto questo scempio sociale politico economico, teatrino folle di arrivisti di turno dove grandi tecnici risolutori di tutti i problemi esistenti tagliano solo servizi alle spalle dei cittadini. A chi non è passato per la mente? ”Ora mollo tutto” e vado in un paese dove il cambio di una minima rendita mi potrebbe dare la possibilità di vivere adeguatamente senza grandi pretese. Dalle consultazioni di alcuni blog su internet scaturisce dirompente la dicitura “Costa Rica, il paese più felice, il più pulito, laddove il governo pone attenzione alla natura e alla sostenibilità ambientale” etc etc. A mio modesto parere bisogna fare ancora un po’ di strada, tenterò di riassumere succintamente la mia visita in tale Paese. Spinto dalla curiosità e dal desiderio di fuga da un contesto a dir poco grassatore, dando fondo ai miei risparmi mi sono fatto un viaggio esplorativo nella zona caraibica del Costa Rica.

Già visitata tempo addietro con un viaggio a Cuba, in Habana e zone limitrofe avevo già potuto assaporare l’andamento lento dell’America latina, profumo di frutta fresca misto a odore della benzina di automobili in riparazione ai bordi delle strade, musica gracchiante proveniente da apparecchi poggiati su davanzali di finestre a livello stradale, cani randagi che trovano alimentazione continua tra immondizie abbandonate agli angoli delle strade. Pubblicizzare che in Costa Rica vada tutto bene, che sia un paese impeccabile come divulgato dai blog è senza meno una esagerazione.Cominciamo dalle strade, tipicamente appartenenti all’America latina, più o meno arrangiate, buche mal coperte con asfalto latente, il traffico presenta conducenti dalla preparazione sommaria, precedenze inesistenti, bambini in bicicletta contromano in ogni strada, rifiuti riposti in cassonetti a cielo aperto, nella migliore delle ipotesi, se non abbandonati in grandi quantità su qualche territorio di nessuno. Mi sono spinto fino a Puerto Viejo, zona del Caribe costaricense credendo di trovare almeno musica, salsa & son in grande quantità, spiagge assistite, servizi impeccabili, invece ho trovato tutto come avevo già visto, niente di migliore o meglio servito.

La povertà latente, la tristezza negli occhi della popolazione che non ha un lavoro vero e cerca di arrangiarsi se maschio in un modo, se femmina in taluni altri. I soliti stranieri arrivisti si sono già posizionati aprendo il ristorantino per far strapagare un pasto normale a turisti stranieri danarosi, varie multinazionali hanno già messo le mani su qualche appezzamento di territorio trasformandolo in Beauty Farm di alta moda o villaggio turistico costosissimo offrendo a caro prezzo gli scenari naturali per le pubblicità di vario genere propinate al pubblico europeo con fotomodelle galattiche e uomini immortali. Mi è parso una popolo soggiogato socialmente dagli stati uniti, mi è parso fortemente che vogliano sentirsi americani, mi è parso della loro ispanicità non sanno cosa farsene. Questa è stata l’impressione acuta che ho avuto, a differenza del cubano o venezuelano il costaricense vuole essere americano, cerca di parlare inglese, ascolta la musica spazzatura commerciale che viene buttata sul mercato dagli States, si gonfia di hamburger, patatine e Coca Cola, cerca di mettere i prezzi a dollari piuttosto che in colones, la moneta locale. Molti non possono nemmeno mangiare, a fianco di case più o meno decorose vediamo capanne, baracche fatte totalmente di lamiere tipo pollai, famiglie intere che convivono con formiche, topi scarafaggi, non hanno nemmeno la possibilità di comperarsi un tagliaunghie, singoli abbandonati che vivono come in canili arrangiati in riva all’oceano.

La fame imperante ha spinto degli allegrotti ragazzi costaricensi a tentare di rubarmi la borsa lasciata sulla bicicletta presa in affitto parcheggiata al mio fianco in spiaggia, costringendomi ad una rincorsa rocambolesca aggrappato alla vettura in fuga con conseguente ferita agli arti inferiori, ricovero in pronto soccorso e denuncia alla polizia, rovinandomi totalmente una giornata che doveva essere di vacanza e di relax. Quando fu il momento del ritorno gli impiegati degli uffici aeroportuali hanno cercato di fare la cresta sulle mie tasse richiedendomi una cifra molto più alta rispetto alla realtà, se non fossi stato più che attento avrei regalato circa 70 dollari a sorridenti buontemponi distratti operatori aeroportuali.

A me piace dire le cose come stanno effettivamente, senza enfatizzare le cose né in negativo né in positivo e ribadisco, comunque, che sto cercando la maniera di trasferirmi in Costa Rica perché la natura è ciò che ho sempre sognato, sole e acqua: ogni giorno la vegetazione viene irrigata da una pioggia copiosa che, comunque, termina facendo uscire di nuovo il sole dei Caraibi. Detto questo tenterò di fornire alcuni piccoli consigli a chi vuole intraprendere questo viaggio sicuramente interessante e avventuroso al contempo: innanzi tutto dobbiamo imparare a utilizzare i mezzi pubblici, il cambio conveniente viene vanificato dai servizi turistici, esempio… da San Josè a Puerto Limon con i mezzi pubblici si spendono circa 5000 colones che sono circa 10 $ americani, con le varie bussette per turisti vengono estorti candidamente 45 $ a persona.

Arrivati al paesotto prescelto lasciamo perdere i ristoranti italiani, ci faranno strapagare un piatto di spaghetti originali della De Cecco con sugo finto di pomodoro, con la scusa che sono introvabili, andiamo piuttosto a mangiare alle varie Soda di cucina caraibica che si trovano abbastanza frequentemente, ce la si caverà con neanche 10 $ a pasto tutto completo. Affittiamoci una casa o un appartamento per il periodo che avremo prescelto, risparmieremo sicuramente più della metà del denaro che spenderemmo in albergo.

10 Commenti

  1. probabilmente è necessario più tempo per capire meglio lo stile di vita di un popolo e per farsi rubare la borsa da sotto gli occhi credo che tu abbia accelerato i tempi

  2. caro costantino, non ci vuole molto a capire le condizioni sociali lampanti sotto gli occhi di tutti i visitatori,
    non ho criticato negativamente i processi culturali del paese ma solamente enunciato ciò che ho visto o che mi è accaduto.
    come puoi anche leggere, io continuo ad essere del parere di andare a vivere in quei contesti, accetto i rischi, condivido le tematiche e apprezzo il clima generale.
    per farmi rubare la borsa da soto gli occhi credi che io abbia accelerato i tempi?
    ma di che accelerazione parli?
    quante volte sei stato a pueto viejo?
    ho solo detto che la maggioranza della popolazione vive in uno stato di miseria totale, tale condizione li costringe o a rubare o a prostituirsi.
    i servizi latenti, e mancanti, l’immondizia per le strade, mica me li sono inventati..
    guardati un poco di foto reali e attualissime e spiegami che cosa ho voluto accelerare…le foto le trovi in fondo allo stesso articolo pubblicato in un blog diverso.
    questo è il link:
    http://italianewsit.weebly.com/cultura-e-spettacolo.html

    http://italianewsit.weebly.com/cultura-e-spettacolo.html

    hasta luego y cuidate mucho!

  3. Parli come uno che ha viaggiato poco, poco informato e superficiale.
    La conquista del Costa Rica da parte dei fuggitivi dell’occidente non è un fatto recente ma è iniziato molti anni fa, da molti europei e dagli Satunitensi. La costa Caraibica è molto diversa dalla più famosa e selvaggia costa Atlantica (dove si concentrano gli americani e gli europei). Infatti il caribe costaricano è una zona che per tradizioni è a più alta concentrazione di afroamericani ed è molto simile spostandosi negli altri paesi confinanti per esempio al Belize e al Nicaragua. Non sono paesi a povertà latente, ma poveri costretti ad esserlo.
    Credo che quello che hai scritto sia un mucchietto di luoghi comuni, raccontato con poco sentimento e scarsa capacità narrativa.
    La storia di questi luoghi è complessa e merita una particolare e profonda comprensione che forse noi europei abituati ad avere tutto (compresa la sicurezza alla criminalità) non riusciamo a capire.
    Dovresti essere molto stupito di essere sopravvisuto ad un tentativo di rapina perchè in tutta l’america latina reagire ad una rapina ha come frequente conseguenza un omicidio. Te lo dico perchè un mio caro amico è morto durante una tentata rapina nella sua casa nella costa atlantica del Costa Rica. Lo hanno freddato a colpi di pistola.
    Ammetto che le pubblicità che raccontano il costa rica sono idilliache ma è da tanti anni che quel paese si sta letteralmente svendendo e distruggendo la sua natura ormani non più incontaminata. Tutto l’amore dichiarato per l’ambiente nella realtà non esiste, purtroppo.
    Ti auguro di scoprire i luoghi per quello che sono e non per trovare conferma delle mode di fuga del momento. Saluti

  4. va bene, ho capito, forse scrivo in un’altra lingua e non mi so spiegare bene,
    il mio non voleva essere un affronto nei confronti della cultura costaricense ma solo un rapporto di ciò che ho visto e vissuto. punto.
    non vado appresso a nessuna moda ne tendenza, sono solo un ignorante che tende a colmare vanamente ogni lacuna.
    mi spiace di aver potuto urtare varie sensibilità.
    grazie per gli auguri che ricambio sentitamente.
    buonanotte

    • In tutta onestà non hai urtato la mia sensibilità. Imagino che, stante la reazioni, sei tu ad essere stato urtato. Ho dei riscontri concreti sul Costa Rica e sul Sud America e mi piacerebbe, quella volta che trovo un articolo su questi posti, che chi scrive articoli e li pubblica, lo facesse con precisione, competenza e capacità di raccontare cose che valgono la pena di essere lette: nel lessico e nella sostanza. Ancor più in questa pagina web dedicata alla descrescita felice: che cosa c’entra il Costa Rica con la decrescita? Proprio non ne vedo il legame. Come non si capisce se fuggire o no dal “nostro mondo” sia un’istanza così diffusa e raccomandabile. Il Costa Rica è stata la terra di conquista di danarosi gringos e di ricchi pensionati europei in cerca di climi migliori del freddo nord. E’ un luogo pieno di resort e villaggi. Solo per questo fatto io provo una certa tristezza per il nostro povero e maltratto mondo e per il disastro emblematico del paese del “pura vida”.
      Hai scritto questa frase circa il furto: ‘rovinandomi totalmente una giornata che doveva essere di vacanza e di relax’. Ti hanno rovinato la giornata? Hai rischiato di lasciarci le penne, miseria! Forse è proprio questo che mi ha colpito di più. Due miei amici sono morti: del primo ti ho già detto. Il secondo è stato fatto a pezzi per una macchina fotografica in Equador.
      Come fai a dire che ti è stata rovinata la giornata? Tu ti sei salvato!
      E’ una critica costruttiva, la mia. Niente altro. E se ne nasce un dibattito non è per colpire il tuo narcisismo o il tuo ego ma perchè l’argomento è interessante e merita approfondimento…..Dovresti esserne lusingato e accettare la sfida al confronto. Se non altro anche quella di diventare un bravo reporter e di essere onesto con chi ti legge.
      Atentamente.
      Enrica De Luchi

  5. Non sono d’accordo…ho vissuto in Costa Rica e devo dire di aver trovare tutt’altra atmosfera. Se si va nei luoghi autentici si scoprirà un altro paese. ovvio che se vai nelle zone prettamente turistiche troverai stranieri, gente occidentalizzata e altro come avviene anche nelle nostre città italiane. Forse dovresti porti in modo più umile verso ciò che è diverso da te.

  6. anch’io ho dovuto vivere in costarica nel 96 ed a cuba nel 98 per capire le illusioni che contenevano le notizie illusorie, ho subito furti ed incontrato prostituzioni varie, sono paesi belli , ma non mi piaceva sentirmi un gringo da spennare sempre, con la differenza di status ed esperienze,.. siamo ora in italia e la pura vida è qui http://www.meditamare.it ecovillaggio cohousing per la decrescita felice ad Imperia…. whallahiaaaa

  7. vivere ..,con una piccola rendita ,in luoghi meravigliosi il sogno di tantissimi italiani ,… ,oggi ancora piu diffuso conseguenza della crisi economica che stiamo attraversando ,vivere da ricchi con una pensione anche minima …..,costa rica , tahilandia , vietnam ,honduras ,o …molti altri lughi incantevoli , dove la natura incanta ,il ritmo ovattato e lento della vita quotidiana ti avvolge , dove cogliere i sapori di un tempo trascorso , ti fa tornare bambino ,dove la gente che sa vivere con niente , è solare e festosa , è possibile realizzare il sogno , il colonialismo depredando da sempre questi lughi ,lo rende possibile ,cosi con una pensione che in italia saresti al di sotto della soglia della poverta , ti trovi ai caraibi a vivere da grigos., dove il raddito medio è di un dollaro al giorno pro capite , unico inconveniente ..si puo morire per pochi spiccioli , ma questo succede anche in italia

  8. solo per precisare, non sono un avventuriero o un improvvisatore che non sa cosa dire o cosa fare, ho solo riportato fedelmente ciò che ho visto, se a qualcuno non va bene e si vuole mettere su una cattedra a insegnare lo faccia pure..
    auguri a tutti

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