Il frigorifero e la legge di casualità

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Esperienza personale

Il frigorifero, nella mia famiglia, aveva fatto ingresso nei primissimi anni sessanta, dopo che io – piccolissima – stetti molto male e l’acquisto si rese una necessità.
Non era una cosa consueta possederne uno, al punto che alcuni vicini di casa si dispiacevano veramente molto che nella mia famiglia si fosse reso necessario un simile acquisto.
Questo è quanto mi viene raccontato visto che io non solo non ricordo perchè troppo piccola ma, fino a una decina di anni fa circa, ho ricordato di aver vissuto l’infanzia senza frigorifero… quasi tutta, almeno.

E’ anche attraverso quel ricordo distorto che si è fatta strada la legge di casualità. Un ricordo distorto e l’assenza di alcuni tecnici, per dirla tutta.

Era successo, infatti, che il frigorifero di una decina di anni fa si era rotto. Niente di più normale, purtroppo però non era stato possibile reperire un tecnico libero immediatamente per la sistemazione del guasto, e nei giorni di inevitabile attesa, la casualità ha fatto il resto, nel modo in cui vi vado a raccontare.

Inizialmente il frigo reggeva bene la temperatura. Non durò a lungo e per quanto avevamo provato a consumare tutto il possibile al momento dell’arrivo del tecnico gran parte del contenuto dell’elettrodomestico era irrimediabilmente da buttare.

Vi siete mai chiesti se potete fare a meno di una qualunque delle comodità a cui siamo abituati? Io me lo chiesi, ricordando – pur se erroneamente – di aver vissuto senza frigorifero e di aver vissuto bene. Non me l’ero mai chiesto prima, ma una volta che il quesito si era imposto volevo provare ad andare fino in fondo, ignara di quale fosse la strada che andavo ad imboccare.

Inizialmente è stato come un gioco, che poi è proseguito anche per una buona dose di puntiglio perchè sembrava che del frigorifero non si potesse proprio fare a meno. In famiglia non siamo degli spreconi, ma – soprattutto nei primi mesi – è andato a male tanto di quel cibo da rimanere affranti. Io personalmente vivevo quasi un senso di impotenza nel non riuscire a trovare una giusta misura con le quantità, con la temperatura dentro e fuori casa (abbiamo anche provato a tenerlo sul balcone, in un autunno putroppo non molto freddo), e questo solo per fare alcuni esempi.

Per poter andare avanti sulla via intrapresa, abbiamo necessariamente dovuto porci delle domande, quali:

Quando facciamo la spesa, cosa compriamo?
Quello che compriamo, ci serve davvero?
Perchè quando il frigo è acceso tendiamo a comprare senza ragionarci troppo su e di tanto in tanto ci troviamo a buttare via alimenti che erano rimasti indietro, scaduti o andati a male?
Si può fare la spesa diversamente?
Quello che compriamo, è veramente fresco?

E queste solo alcune tra le domande che ci siamo posti e che sono state seguite da miriadi di risposte diverse a seconda del momento.
Quando il frigorifero era vissuto come qualcosa di scontato, la vita (alimentare e forse non solo) scorreva col suo supporto. Senza ha dovuto ritrovare un senso nuovo, che ha richiesto più di un paio di anni prima di poter dire di esserci disabituati al suo utilizzo.
Nella ricerca di questo nuovo senso abbiamo cominciato a selezionare gli acquisti, rispettando i nostri gusti certamente ma anche un criterio di “conservabilità” che era, a quel punto, piuttosto importante.
Alla fine, nel nostro piccolo nucleo familiare era arrivato un grande cambiamento. Non solo abbiamo ritrovato un’attenzione nei confronti di quello che mangiamo che prima sembrava piuttosto trascurata, ma – come diretta conseguenza delle scelte fatte negli anni – ci siamo ritrovati a dimezzare gli importi della spesa alimentare.

Durante gli anni il frigo è stato a volte sempre spento, utilissimo come dispensa (favolosa peraltro), per pane, pasta, caffè, zucchero e affini. Altre spento in inverno e in estate.
C’è stato comunque qualcosa di affascinante nel ragionare su come usare un frigorifero, anche passando per la scoperta della banalità se e quando è capitato.

E’ ovvio che il frigorifero in sè non è un problema ma il guardarlo con senso critico ha contribuito, almeno nel nostro caso, a riflettere sull’acquisizione di una qualsivoglia abitudine e sul significato del non dare mai niente per scontato.

Quest’ultimo inverno abbiamo deciso di lasciarlo acceso, intenzionati a tornare volontariamente ai “vecchi tempi”, anche se a volte ci chiediamo: “Serve?”, e ci rispondiamo: “…Ma anche no”.

Un’esperienza non si può raccontare mai nella sua interezza, ma sicuramente chi la ascolta ( o la legge) potrà mettere autonomamente il resto, come riflessioni proprie uniche e personali.

Di certo c’è ancora molto da riflettere su un concetto sul quale mi soffermerò – e volentieri – in un prossimo post: tornare indietro per andare avanti.

Ad majora!

8 Commenti

  1. Nella mia vita mi ero già incamminata sulla via della decrescita. Ero molto all’inizio. Nel novembre 2010 improvvisamente mi si è rotto il frigorifero. Non avevo molta voglia di chiamare un tecnico, pagare un’onerosa parcella per poi sentirmi dire che il frigo era da cambiare. Essendo il periodo piuttosto fresco, ho cominciato a tenere la spesa in terrazzo. Mi sono organizzata con una serie di cestini e ora ho un mobiletto ad hoc. All’inizio è stata una sfida personale, verificare se sarei riuscita a sopravvivere senza un elemento “fondamentale” nella odierna società. Poi, complice l’inverno, ho continuato con una certa facilità a stipare le scorte alimentari all’esterno. All’arrivo della stagione calda ho dovuto necessariamente rivedere ulteriormente i criteri della spesa e del consumo degli alimenti. Bene. Ancora oggi sono senza frigorifero e, nonostante i continui inviti di alcune persone a farlo riparare, ritengo dipoter andare avanti così. Solo in estate c’è più difficoltà di gestione, il che vuol dire “cucinare e mangiare”, senza pretendere tempi di conservazione che vanno oltre un giorno.

    In famiglia siamo io e il mio compagno e abbiamo apprezzato che:
    1) La nostra spesa è diventata attenta e responsabile.
    2) Acquistiamo possibilmente al mercato: i prodotti hanno una migliore durata.
    3) Mangiamo molta più frutta e verdura di prima (pena il loro deperimento).
    4) Consumiamo maggiormente legumi e cereali, che non hanno problemi di lunga conservazione.
    5) Compriamo ciò di cui abbiamo bisogno, senza fare scorte eccessive. (Pensiamo più all’oggi senza temere eccessivamente del domani)
    6) Non siamo vegetariani, comunque mangiamo raramente carne (a casa di amici) e se desideriamo il pesce lo mangiamo in giornata.
    7) Ho imparato a fare il “burro chiarificato” e ho scoperto che si mantiene a temperatura ambiente (dentro casa d’estate) senza necessitare del frigorifero.
    8) D’estate beviamo tisane e the caldi, che aiutano la sudorazione e il riequilibrio della temperatura corporea.
    9) Quando qualcuno porta un gelato, chiedo ai vicini di casa se possono ospitarlo nel loro frigorifero per qualche ora. In tal modo cerchiamo di rinforzare i rapporti di buon vicinato.
    10) La bolletta dei consumi è più leggera.

    N.B. viviamo a Roma, con tutti i pregi e le difficoltà del vivere nella grande città, con tutti i ritmi che comporta.

    In conclusione, da un disagio è derivato un nuovo modo comportamentale. Abbiamo scoperto nuovi territori e nostre nuove potenzialità.
    Gli amici e i familiari ancora si stupiscono ma intanto guardano e imparano che esiste sempre un’alternativa!
    Saluti, Anatolia

  2. Brava Anatolia,
    la prima volta che ci siamo viste e poi conosciute avevi già delle belle idee in testa ma devo dire che in poco tempo hai davvero “bruciato” tutte le tappe e messo in pratica quello che dicevamo ! Anch’io resisto senza frigorifero però per me è più facile perchè abito in un posto più freddo rispetto a Roma e d’estate sto veramente poco a casa 😉 A presto. Un bacio

    • Cara Bea, il cammino sulla via della Decrescita è veramente emozionante e porta a scoprire territori inusuali. Questi territori sono ricchi e pieni di persone che non fanno rumore ma che, silenziosamente e operosamente, agiscono per condividere saperi e per portare un miglioramente nella vita.
      Ti abbraccio con l’augurio di vederci presto!
      Anatolia

  3. Ciao Anatolia e ciao Beatrice,
    sono davvero contenta di trovare i vostri commenti perchè fino ad ora non avevo conosciuto nessuno che avesse spento il frigorifero e finalmente arricchisco la mia esperienza anche quelle altrui. Il racconto della tua esperienza, Anatolia, così dettagliata, offre tra l’altro nuovi spunti di riflessione. Bello, davvero bello e tutto da approfondire il fatto di pensare all’oggi senza temere eccessivamente il domani.
    bacio ad entrambe,
    Anna

    • Grazie Anna, sono stata felice di commentare il tuo post perchè aver trovato esperienze simili in rete mi ha dato la forza di portare avanti questa sfida senza per questo ritenermi eccessivamente fuori schema…insomma, più siamo e meglio stiamo!!! 🙂

      Da qui in poi comincerò a studiare, tra web e letture varie, i saperi antichi per imparare come ritornare ai vecchi sistemi di conservazione.
      Un augurio di buona vita!
      Anatolia

  4. Ciao a tutti,
    io ho notato la stessa crescita dell’attenzione al cibo, alla disepensa e alla conservazione semplicemente smettendo di usare l’auto e usando solo la bici: se in auto potevo fare la “spesa grossa” e riempire frigo e dispensa-pur stando sempre attenta ai consumi-in bici questo non mi è proprio possibile perciò compro ciò che serve davvero e ciò che si conserva meglio sia crudo che una volta cucinato, e trovo che sia una piccola esperienza ma davvero utile a rendersi conto di come la comodità stessa generi quasi in automatico lo spreco e la sovrabbondanza.
    Vorrei provare l’esperienza NoFrigo… ma come fate con il latte(di soya e non)?
    Mara

    • Ciao Mara,
      lieta di conoscerti.
      Posso rispondere alla tua domanda per quanto può riguardare la mia esperienza, e Anatolia (che ritrovo con molto piacere tra questi commenti) potrà rispondere per la sua.
      Credo però che essendo strettamente collegato, lo spegnimento eventuale del frigo, con le abitudini alimentari che ognuno abbiamo diverse da tutti gli altri, ogni persona abbia un percorso a sè e abbia le sue difficoltà e le proprie scoperte.
      Ad esempio Anatolia aveva parlato del burro chiarificato, io non uso burro ma solo olio di oliva extravergine e quel problema a me non si era posto. Anche nel caso del latte, non abbiamo avuto grossi problemi in famiglia perchè, latte vegetale o animale che sia, lo consumiamo ogni morte di papa e quando accade è un consumo veloce per cui basta mezzo litro a lunga conservazione da tenere in dispensa.
      Questo scambio di idee che è partito dal mio articolo credo sia particolarmente bello proprio per questo: perchè abbiamo le nostre diversità a confronto e abbiamo da dire tantissimo ognuna di noi. A questo punto, se farai la scelta no-frigo anche tu, il proseguire della scelta stessa ti svelerà molte cose che se ti farà piacere potrai venire a raccontarci, tutte da scoprire… per te prima e per noi poi:)

      A proposito di diversità, mi permetto di dedicare a noi di questi commenti e a tutti quelli che verranno a leggerli una frase che amo moltissimo, di Erin Gruwell:

      Quando culture diverse si incontrano, bellezza è inevitabile.

      (When different cultures come together, beauty is inevitable)

      Baci a tutte,

      Anna

  5. Grazie Anna per la frase di Gruwell! Oggi abbiamo bisogno di recuperare la “Bellezza” che è specchio terreno della magia dell’Universo e del Sublime.
    Grazie a Mara per aver condiviso la riflessione sulla “Comodità che genera Sprechi”! Per risponderle, per quanto riguarda il latte, beh prima non lo consumavo. Ora che c’è il mio compagno che ne consuma molto, lo compriamo quasi tutti i giorni. Se non lo beviamo in tempo, va a male! 🙁 Ieri era venuta fuori una bella pappina, avrei voluto provare a farne uno yoghurt ma non ho fatto in tempo: era già finito nel lavandino. Questa cosa fa pensare che se non si sta molto attenti, si rischiano degli sprechi, sia economici che etici, in quanto buttare le cose è un peccato.

    Aggiungo un’altra esperienza, seppur semplicissima: il sedano che prima in frigorifero arrivava ad ammollarsi e ad ammuffire, ora lo teniamo in un bel vasetto di fiori, a mollo nell’acqua che viene cambiata nei vari giorni. Risultato: sedano fresco e decorativo in cucina. 🙂
    A presto, Anatolia

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