La Vera Identità

5
2170

Cosa c’entra con Decrescita Felice scoprire quale sia la nostra vera identità ?
E cosa viene prima, la sensibilità per i temi di Decrescita o il bisogno di capire chi siamo ? Sicuramente a questo scopo è più facile associare al termine Decrescita il suo complementare: Crescita Interiore.
Per accettare e sostenere una decrescita di beni esteriori occorre saper potenziare la crescita di beni interiori.
Chi sono io ? Da dove vengo e dove vado ?
Questa l’eterna domanda che nei secoli ha accompagnato l’esistenza di ogni uomo .
Continuiamo a porcela e non sappiamo dare risposta.
In realtà non troviamo la risposta perché la cerchiamo nel modo sbagliato; ascoltiamo, nel porci questa domanda, un “ingannatore” che non sappiamo essere tale: il nostro Ego.
La verità è evidente. È sotto gli occhi di tutti noi, eppure, nello stesso tempo, è evidente solo a chi può e vuole vederla. Tutti potremmo vederla, ma solo alcuni la vedono.
E coloro che non la vedono, non la vedono solo perché continuano ad ascoltare, inconsapevoli, l’ingannatore pensando di ascoltare il loro vero sé. L’ingannatore, il predatore, è connaturato con noi, con ognuno di noi.
Ma possiamo smascherarlo.
La visione della verità è direttamente proporzionale alla capacità di amare.
Ma il tipo di amore che occorre è diverso da quello che siamo soliti chiamare amore. Per noi in genere amore è avere.
L’amore che occorre è invece un amore disinteressato, incondizionato, puro, verso tutto e verso tutti: un amore senza possesso, un amore vivo, un amore che guarda la bellezza del creato e rende grazie, un amore che sa vedere la bellezza anche attraverso la sofferenza in virtù della fiducia.
Un amore che è l’essere.
Insieme all’ingannatore per fortuna esiste in ognuno di noi la voce dell’anima, qualcosa che non riusciamo a spiegare ma che è presente. E’ una entità diversa dal nostro ego e sarebbe molto più forte la voce dell’anima se imparassimo a ascoltarla.
L’energia va dove mettiamo l’attenzione.
Se desideriamo avere un corpo muscoloso e scolpito facciamo palestra e scegliamo il tipo di esercizio fisico che occorre per ogni singolo risultato che desideriamo. Lo stesso vale per la voce dell’anima in noi. Una volta che ne abbiamo un lontano sentore, invece di lasciarci fuorviare dall’ingannatore che ci vorrebbe far sentire sciocchi creduloni, mettiamo da parte il nostro orgoglio e la nostra superbia; diamoci il permesso di apparire a qualcuno sciocchi creduloni, a noi stessi per primi, prendiamoci pure un po’ in giro, e poi, invece, investiamo l’attenzione in questa voce interiore, mettiamo lì la nostra energia, tendiamo l’orecchio senza preconcetti o pregiudizi, pronti con mente e cuore aperti a ascoltare quello che ci sarà regalato.
Non cerchiamo qualcosa di specifico, non facciamoci singole aspettative, apriamo il cuore e mettiamoci in ascolto con fiducia, come quando da bambini aspettavamo il momento dell’abbraccio di nostra madre o di nostro padre emozionati per la fiaba che ci avrebbe raccontato. Non conoscevamo i contenuti della fiaba, ma sapevamo che sarebbe stata una fiaba raccontata con amore per il nostro bene. In questo modo mettiamoci in ascolto, come bambini grati per ogni cosa.
Se mettiamo il nostro ego al servizio di questo tipo di amore, ( e non sarà cosa facile! lui si ribellerà, tenterà di recuperare il dominio su di noi, alzerà la voce con inganni sempre più seduttivi… ) se saremo perseveranti , se terremo il nostro ego al di sotto della voce dell’anima, accadrà quello che non ci aspetteremmo: si svelerà ai nostri occhi la verità e vedremo e sentiremo continuamente la nostra vera identità e l’identità di tutto il creato. Un tutt’uno con noi.
E’ come togliere un velo, eliminare una maschera.
E la Verità ci renderà liberi.
Allora vedremo e sentiremo continuamente la connessione con l’Energia dell’Universo, con Dio se volete o potete chiamarlo così. Non è necessario dargli un nome, basta amare l’essere e non l’avere.
Invece da secoli e secoli obbediamo ad un altro padrone, cerchiamo in noi il nostro idolo, nell’opera dell’uomo cerchiamo la salvezza e riponiamo la fiducia. Vanamente.
Investiamo nel nostro ego, nel successo personale, nel potere, nella ricchezza individuale a scapito del prossimo, e quando anche non ci pervade la brama di sottomettere gli altri, ci seduce però la voglia di ottenere ammirazione dagli altri, di diventare persone famose o importanti, maggiori e migliori degli altri.
Creiamo opere mastodontiche, aziende multimiliardarie, cerchiamo la fama, cerchiamo l’autoaffermazione e la gloria della nostra opera qualsiasi sia il settore in cui ci cimentiamo. In questo modo sprechiamo energia, investiamo nel niente, non andiamo da nessuna parte e quel che è peggio nuociamo a noi stessi e a tutto il pianeta perché non cerchiamo l’equilibrio e l’armonia di tutto il creato, ma li distruggiamo e oltraggiamo sedotti e fuorviati da vuote chimere.
L’opera che l’uomo è chiamato a svolgere, l’unica opera importante che è chiamato a fare è depotenziare l’ego, deenergizzare l’ingannatore. E portarlo così a riconoscere l’amore e l’energia viva che ha creato lui e tutti i suoi simili, e gli amici animali e le alleate piante, tanto alleate quanto ancora non riusciamo a immaginare, e tutti gli organismi viventi.
Facendo questa opera manifestiamo la nostra vera identità già qui e ora e abbiamo il vero potere. Tutto il resto ci sarà dato in più, facilmente, con naturalezza, perché l’Energia va dove è richiesta e riconosciuta e celebrata. Basterà chiedere quello che ci occorre per averlo a disposizione. Ma per ottenerlo dovremo chiedere con animo puro e grato, con ammirazione e rispetto verso tutto il creato.
Facciamo un passo indietro, sottomettiamo il nostro ego, riaccarezziamo la natura e i nostri simili, sospendiamo immediatamente ogni impulso distruttivo, restituiamo un sorriso a chi ci reca un oltraggio.
Proviamo. Ci conquisterà.

CONDIVIDI
Articolo precedenteManifesto per la Motricità dell’Infanzia
Articolo successivoAbitare Nèxus: una casa contro la crisi
D.ssa in Lettere Moderne dal marzo 1990, nell’ottobre 2011 ha conseguito una seconda laurea, in Psicologia, e in dicembre ha completato il master triennale di Analisi Transazionale. Iscritta all’Albo Unico Nazionale dei Promotori di Servizi Finanziari con delibera Consob n°11776 del 07/01/1999. Iscritta al RUI ( Registro Unico degli Intermediari Assicurativi ) con iscrizione n° E000149972 del 16/04/2007. Ha conseguito l’iscrizione all’€fpa ( european financial planning association ) che rappresenta l’associazione garante della elevata professionalità e eticità nella professione di promotore di servizi finanziari in Europa con iscrizione del dicembre 2009.

5 Commenti

  1. Grazie. Davvero stupenda . ^^

    Non credo che l’ego vada sacrificato,in qualche modo rappresenta la nostra individualità e allo stesso modo la nostra voglia di sopravvivere.Va ridimensionato,in alcuni di più, in altri meno. La cosa più importante è imparare ad ascoltare la nostra anima e dargli molto più spazio. Decrescere significa questo,per me. ^^

  2. Grazie Alessandra! Porterò il tuo articolo nel mio team come nuovo contributo alla nostra ricerca . Lavoriamo ad un progetto che si chiama CERCHIO CORALE… un campo di ricerca culturale artistico-espressiva. Affermeremo con te la valenza che abbiamo riscoperto nelle nostre comunità meridiane del ‘senso’ e del ‘fare’ collettivo contro la visione ego-centrica e se vuoi adulto-centrica del mondo!

  3. Bellissimo testo, molto sentito, molto prossimo alla sensibilità di chi si avvicina ai temi della decrescita. Dopo aver letto la biografia dell’autrice, però, mio sono posta una domanda: è possibile pensare e scrivere queste cose e poi lavorare nel mondo della finanza, che tanti problemi ha causato e sta causando oggi alle società? Esiste una finanza innocente? E se si, quale?

  4. Grazie delle vostre parole Andrea, Barbara, Salvatore e Teresa. A te, Teresa, provo a dare una risposta. Penso anche io che il mondo della finanza abbia causato tanti problemi, infatti cerco nel mio piccolo, di potenziare in questa fase di crisi, l’utilizzo del baratto il più possibile. Ed è una goccia nel mare… Però non è il denaro in sè a creare i problemi, è piuttosto l’avidità e l’egoismo e l’ambizione e il disinteresse verso il prossimo a spingere molte persone a fare del denaro un utilizzo cattivo e ostile al bene comune. Credo che lavorare nel mondo della finanza pensando e sentendo le cose che scrivo sia difficile e bello insieme perchè ho la possibilità, sempre limitatamente al mio piccolo, di dare importanza alle persone e non ai loro soldi, di dare importanza ai loro progetti aiutandole a realizzarli attraverso una pianificazione delle scelte finanziarie che sia comprensibile, trasparente e aderente alla richiesta, cosa non sempre frequente purtroppo in questo settore. A volte di aiutarle a decontaminarsi da alcuni schemi di scelta inconsapevoli che possono nuocere alla loro capacità di sostentamento futura. Metto a disposizione presso un centro di aiuto uno sportello di ascolto psicofinanziario per il cittadino a cui chiunque può rivolgersi senza costo alcuno. La finanza innocente è quella che si fa strumento di bene per gli altri. Un tipo un pò raro di finanza, lo riconosco, e in questo sono d’accordo con te Teresa, ma dipende sempre da noi.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.