L’abbondanza della Semplicità

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Un numero crescente di persone sceglie di cambiare stile di vita, di rinunciare a carriera, ambizione, successo, lussi che magari in parte hanno raggiunto quando pensavano fosse quella la cosa importante, in cambio di una vita più serena, parca, pacifica, naturale, più a contatto con loro stesse.
Che la decrescita possa essere felice grazie alla cura e coltura della ricchezza interiore di tutti noi è abbastanza ovvio; quello che non è detto che sia altrettanto ovvio per tutti noi è che la decrescita felice grazie alla crescita interiore non è soltanto la meta. Paradossalmente è anche la strada, il percorso che può condurci, tutti, ad una ricchezza e prosperità nuove e condivise, mai sperimentate prima dal genere umano.
E cioè la ricchezza e prosperità dell’Essere e non dell’Avere. Poiché è la ricchezza dell’Essere a trascinare con sé l’avere, ogni tipo e forma di avere purchè disinteressato e distaccato, mentre la ricchezza dell’Avere genera disuguaglianze e iniquità. La ricchezza dell’Essere è basata sulla fiducia nell’Universo a cui ognuno di noi appartiene, tutti in eguale misura, mentre la ricchezza dell’Avere è basata sulla fiducia nelle forze e capacità del singolo, o del gruppo, spesso a scapito del prossimo. Per questa ragione se ci basiamo sulla ricchezza dell’Avere ci sentiamo divisi dagli altri e soli a lottare e temiamo l’insuccesso e il fallimento.
Da sempre la storia dell’uomo è stata legata all’autoconservazione e all’accaparramento delle risorse necessarie a sopravvivere come è proprio del regno degli animali a cui l’uomo nei suoi istinti primordiali appartiene. Poi, grazie all’intelligenza, l’uomo si è distinto e ha iniziato a progredire e a inventare cose nuove e utili e la sua vita è divenuta più facile e più duratura anche se in modo assai diseguale sul pianeta.
Purtroppo però, l’uomo, nel conquistare traguardi sempre più belli, ha sempre trascurato, ingannato dal suo ego, di affiancare alle leggi fisiche della materia le leggi metafisiche del livello superiore. Anziché avvicinarsi alla sua segreta natura spirituale che affonda le radici nella materia ma se ne eleva a dismisura, è rimasto impantanato nel fango dell’egoismo e dell’individualismo che lo hanno reso schiavo della materia e delle leggi fisiche che la governano. Si è perciò lasciato guidare dalle mancanze e dalle paure, anzi dalla paura della mancanza, anziché dalla fiducia nell’abbondanza dell’Universo di cui è parte.
Le leggi fisiche governano la materia di cui è fatto l’uomo. Questo è un dato di fatto. Ma l’uomo non è fatto solo di materia, è fatto anche di anima e di spirito con leggi proprie capaci di sovrastare le leggi della materia.
E una legge dello spirito fondamentale è questa: l’Universo anche materiale si rimodella nei modi e nei tempi che sente migliori al fine di realizzare il desiderio di ogni uomo che con animo grato e puro se ne sente parte e vi si affida fiducioso sottomettendo il suo ego a questa verità superiore. Questo uomo, di conseguenza, non sarà più sottoposto alla legge fisica soltanto ma avrà di diritto parte a beneficiare anche delle superiori leggi dello spirito. Probabilmente quelle stesse che utilizzò Gesù quando moltiplicò i pani e i pesci per le moltitudini.
Un corollario di questo è il fatto che le risorse finite della Terra sono effettivamente tali fintanto che noi le rendiamo tali sottomettendoci alla materia, alla paura, alla mancanza di fiducia, sottomettendoci all’inganno di un ego che ci fa sentire SOLI nell’universo, in lotta contro tutto e tutti e ci fa comportare come sperduti in terreno ostile e preoccupare di tutto perché percepiamo tutto come potenzialmente nemico e pericoloso per la sopravvivenza.
Ma se diveniamo saldamente consapevoli che siamo parte dell’Essere tutti allo stesso modo, e che l’Essere non ha carenze o mancanze, e nemmeno può morire ancorchè possa sembrare così per la caducità della parte materiale che ci compone, qualsiasi cosa sia ciò di cui abbiamo materialmente bisogno, in qualche modo e in tempi brevi, questa cosa o altra simile e adatta a soddisfare il nostro bisogno si manifesterà a noi. A chiunque di noi sappia diventare e sentirsi, completamente, una piccola parte di un Tutto infinito e incomprensibile ma sicuramente benevolo verso tutti noi.
Ma prima di sperare di ottenere quanto ci occorre, quanto di materiale sentiamo di avere bisogno è necessario perseguire il sorriso, la fiducia, la benevolenza, il rispetto dell’altro, il perdono, la sacra ammirazione verso il creato, l’amore verso la Natura, l’amore per l’Essere. La certezza incrollabile che L’Universo che è emanazione dell’Essere, è in noi, tutto in tutti per il semplice fatto che ci ha dato la vita, l’esistere. E se facciamo silenzio nel vortice dei nostri pensieri e delle nostre preoccupazioni immediate, possiamo sentirne la voce.
Questa voce è la stessa che ricerchiamo e in qualche modo troviamo quando senza sapere esattamente perché decidiamo di cambiare vita, di abbassare volutamente il nostro tenore di vita, di ricercare i lavori manuali, le cose semplici, la cura dei cuccioli e delle piante. Inconsapevolmente ricerchiamo il contatto con la madre Natura che ci fa sentire bene, più sereni, come se ricercassimo quel vago senso di protezione che era nostro quando galleggiavamo nel ventre materno.
E’ la voce dell’Amore e dell’Energia che ci anima e compone a richiamarci e a cui tendiamo.
Qualcosa di simile probabilmente intendeva esprimere Albert Einstein quando disse le seguenti parole:
“Ogni essere umano è parte di un insieme chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualche cosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Un’illusione che diventa una prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione, allargando il nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includervi tutte le creature viventi e la natura intera nella sua bellezza”.

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D.ssa in Lettere Moderne dal marzo 1990, nell’ottobre 2011 ha conseguito una seconda laurea, in Psicologia, e in dicembre ha completato il master triennale di Analisi Transazionale. Iscritta all’Albo Unico Nazionale dei Promotori di Servizi Finanziari con delibera Consob n°11776 del 07/01/1999. Iscritta al RUI ( Registro Unico degli Intermediari Assicurativi ) con iscrizione n° E000149972 del 16/04/2007. Ha conseguito l’iscrizione all’€fpa ( european financial planning association ) che rappresenta l’associazione garante della elevata professionalità e eticità nella professione di promotore di servizi finanziari in Europa con iscrizione del dicembre 2009.

4 Commenti

  1. perfetto… ora che so che la vera ricchezza non è quella dell’avere quando andrò al supermercato a comprarmi da mangiare pagherò il cassiere in “pienezza spirituale”.
    con tutto il rispetto (e cioè poco) con queste fisime post-hippy siete uno sputo in faccia a chi vive realmente la materialità della crisi.

    un precario da 1000 euro al mese (e che ne paga 300 di mutuo)

  2. @precario
    Bisognerebbe leggere bene prima di sentenziare.
    Magari leggersi un pò di altri articoli presenti su questo sito, potrebbe capire l’essenza di certi discorsi.
    Ma tutto questo non possiamo pretenderlo da chi non ha nemmeno il coraggio di firmarsi.
    Dimenticavo. Ci sono persone con 5.000 euro al mese fanno fatica ad arrivare a fine mese. Ci sono persone che con 500 euro al mese riescono a campare.
    Tutto sta nel capire quali siano le vere necessità.
    Ci rendiamo conto che la vita si fa sempre più dura, ma la situazione può cambiare se prima cambiamo noi e con il nostro cambiamento influenziamo il mondo.
    Vede io e la mia famiglia (3 persone) due anni fa avevamo bisogno di 95 euro al giorno (tutto compreso). L’anno scorso erano 50, quest’anno saranno qualcosa in più perchè è arrivato il secondo figlio, ma l’anno prossimo (il 2013) contiamo di ridiscendere. Questa è la realtà di chi sceglie la decrescita. Un lungo percorso che porta verso la semplicità volontaria.
    Non ce ne voglia precario, ma la situazione è questa…senza battute e senza piangersi addosso!
    Un caro saluto

  3. Caro precario, mi scuso se in qualche modo ho offeso la tua fatica e le tue difficoltà, non era certo questo che auspicavo. Sono solidale con te che paghi più di altri questa crisi. Quello che ho scritto tuttavia è anche per te. Alla sera e alla mattina, prova a non guardare a quanto ti manca e vorresti, guarda a quanto hai per quanto poco possa apparirti, e ringrazia per quello che hai, ama quello che hai, lascia fuori, lontano, ogni scontento. Nel giro di un pò di tempo, se manterrai questa gratitudine e fiducia, se ti spoglierai della rabbia, comprensibile, che provi per la durezza di questo periodo, troverai serenità e anche un tenore di vita migliore se lo desideri. Però devi crederci, da subito. E affidarti.
    Questo è il difficile. Crederci nonostante tutto, e affidarti completamente, con fiducia. Ma se ne sei capace, tutto accadrà come per magia. Un tempo ero senza lavoro e senza possibilità, e la mia occasione mi arrivò per posta. Non sapevo allora che era quello che avevo desiderato. Lo riconobbi anni dopo. Ti auguro di comprendere e riuscire.

  4. Avete ragione tutti e due…il fatto è che a volte non c’è il margine di decrescita poichè si viaggia già rasoterra, inoltre qua in Italia la vita resta molto costosa anche se uno si accontenta di essere cittadino, respirare e alimentarsi per sopravvivere…il sistema economico,l’economia di mercato vigente e la suddetta cultura dell’avere e del consumare coinvolgono inesorabilmente e penalizzano o pure affamano anche chi vivrebbe serenamente parco e con poco…

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