Pubblicità & Marketing: aiuto o doping al consumo?

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Pubblicità e marketing sono i due potenti motori che ormai trainano (a suon di miliardi spesi ogni anno) il carrozzone del nostro mercato ed in genere del nostro circuito economico ormai saturo in tutti i settori classici, e che quindi necessita sempre più spesso di iniezioni di nuove idee e nuovi prodotti innovativi di-cui-non-puoi-fare-a-meno, specialmente ora che noi tutti ci troviamo a dover fare i conti con minori risorse economiche e dobbiamo quindi rivedere i nostri stili di vita. Un po’ come un atleta dopato che ormai è assuefatto alle droghe che ha preso finora, e quindi ne deve assumere sempre di più forti per andare avanti e gareggiare.

Colui che vi scrive ha – indegnamente – frequentato circa vent’anni fa un corso di marketing finanziato dalla Provincia (se ben ricordo), e devo ammettere che era molto interessante, al punto da averne ancora un ottimo ricordo (specialmente del dottor Giancarlo Dall’Ara e dei suoi metodi per non far calare l’attenzione di noi giovani studenti). Ma al giorno d’oggi è sempre più netta la sensazione che siano stati persi lungo la strada i limiti di tipo etico e umano nello studio e applicazione di nuove e sempre più spregiudicate tecniche e strategie atte ad aumentare l’efficacia delle nuove campagne di marketing & pubblicità, finendo con il considerare ormai l’utente finale come una mucca da mungere, un “target” da colpire, e non una persona.

Qualsiasi ricerca su internet può svelare le cifre astronomiche che girano attorno a queste due scienze economiche, il cui scopo è semplicemente creare nuovi bisogni nella mente dei consumatori, con stimoli sempre più frequenti, intensi e di breve durata, cosicché non facciamo in tempo a goderci l’agognato acquisto dell’ultimo portentoso ritrovato, che subito ce lo fanno diventare vecchio e sorpassato. Il trucco sta tutto nel farci provare un continuo senso di insoddisfazione e di desiderio di propendere verso qualcosa che ancora non c’è, per poterci arrivare per primi; ma siccome ciò che ancora non esiste è potenzialmente infinito, ecco che il gioco e fatto! O sbaglio?

 

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Nato nel 1969 a Pesaro, nel 1988 mi sono diplomato come Perito Turistico e nel ’93 ho completato un corso di Operatore di Marketing per PMI. Dopo quarant’anni vissuti sulla riviera romagnola a Cattolica, mi sono sposato e trasferito nelle Marche a Fermignano, vicino ad Urbino. Entrato molto presto nel mondo del lavoro (più per necessità che per scelta), ho avuto modo di notare con dispiacere che alla medesima domanda, ovvero: “Cosa serve per vivere?” una volta avremmo risposto “Un tetto, cibo ,acqua e la salute”, mentre ora semplicemente “Servono i soldi”. Questa triste constatazione mi ha fatto capire di essere decrescentista già prima di aver conosciuto il termine.

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