Surriscaldamento globale e strategia del consenso implicito (Flora Colacurcio)

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Questo articolo è la rielaborazione di un lungo post pubblicato da Flora Colacurcio su Facebook, che con il suo consenso ripropongo su DFSN. A essere sincero, alla prima lettura avevo storto un pochino il naso, perché mi sembrava che gli aspetti scientifici del surriscaldamento globale venissero trascurati in favore di un approccio fin troppo pragmatico e dialettico. Successivamente, però, mi sono reso conto che questo aspetto potrebbe rappresentare un punto di forza, almeno nel contesto dei social network, frequentati da migliaia di persone che sanno poco o nulla del funzionamento del clima e nutrono scarsa fiducia nei confronti degli scienziati, dove tutti i fatti vengono ridotti a opinione, il punto di vista scientifico è solo un argomento alla pari degli altri e si tende quasi sempre a ragionare con la logica del ‘a chi giova tutto questo?’. In ogni caso, Flora ci mette di fronte alle conseguenze dei nostri convincimenti. (Igor Giussani)

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Ti sei mai chiesto a cosa dai il tuo consenso ogni volta che aderisci ad una posizione in merito a questioni che le teorie fanno emergere?
Questa domanda nasce da una osservazione delle teorie che oggi imperversano sul web.
In particolar modo mi riferisco alle teorie che riguardano il surriscaldamento globale.
Le posizioni che da tali teorie scaturiscono, possono riassumersi nelle tre qui di seguto:

1)Il surriscaldamento globale è causato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche (in particolar modo dalle attività industriali);
2)Il surriscaldamento globale non è causato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche, ma è causato da fattori naturali che nulla hanno a che fare con le attività umane;
3)Il surriscaldamento globale non esiste. In realtà la terra si sta raffreddando.

La tua adesione ad una di queste tre posizioni, equivale al tuo consenso implicito alla strategia di risoluzione che la posizione che hai scelto di sostenere adotterà.
Ecco come:

Se aderisci alla posizione 1), cioè alla posizione che sostiene che il surriscaldamento globale sia causato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche, in particolar modo da quelle industriali, darai il tuo consenso implicito alla strategia che questa posizione, per conseguenza logica alla sua tesi, dovrà perseguire. Tale strategia sarà quindi questa:”Per ridurre il riscaldamento globale, dobbiamo azzerare le emissioni di gas serra. Poiché tali emissioni sono prodotte in particolar modo dalle attività industriali(quelle della grande industria), dobbiamo ridurre tali attività. Poiché il nostro sistema è sostenuto dalle attività industriali (grande industria), dobbiamo cambiare sistema”,
Aderendo quindi alla posizione 1), darai il tuo consenso implicito al depotenziamento della grande industria e ad un cambiamento di sistema.

Se aderisci alla posizione 2), cioè alla posizione che sostiene che il surriscaldamento globale non sia causato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche, ma da fattori naturali che nulla hanno a che fare con le attività umane, darai il tuo consenso implicito alla strategia che questa posizione, per conseguenza logica alla sua tesi, dovrà perseguire. Tale strategia sarà quindi questa:” Per ridurre il surriscaldamento globale causato da fattori naturali che nulla hanno a che fare con le attività che l’uomo svolge sulla terra, ci dobbiamo inventare una tecnologia che sia capace di raffreddare la terra (geoingegneria solare, ad esempio)”.
Aderendo quindi alla posizione 2), darai il tuo consenso implicito all’impiego di tecnologie specifiche per raffreddare la terra (geoingegneria solare).

Se aderisci alla posizione 3), cioè alla posizione che sostiene che non c’è alcun surriscaldamento globale, ma che la terra si stia addirittura raffreddando, darai il tuo consenso implicito alla strategia che questa posizione, per conseguenza logica alla sua tesi, dovrà perseguire. Tale strategia sarà quindi questa:” Poiché non esiste alcun surriscaldamento globale, non c’è alcun bsogno di abbassare le emissioni di gas serra prodotte dalla grande industria, che quindi può continuare a svolgere la sua attività e a sostenere il sistema attuale”.
Aderendo quindi alla posizione 3) darai il tuo consenso implicito allo status quo.

Perché ho raccontato tutto questo?

Ho raccontato tutto questo per farti capire che molto spesso le teorie che si creano intorno ad una questione, non sono altro che degli espedienti creati a tavolino per estorcere il tuo consenso (un consenso che tu neanche ti rendi conto di dare) al perseguimento di obiettivi decisi ancor prima che le teorie nascessero: le teorie vengono create per giustificare il perseguimento di obiettivi a cui tu, senza la teoria che ti induca ad assumere una posizione in merito ad argomenti che ci coinvolgono tutti, non avresti mai dato il tuo consenso.
Con ciò non intendo dire che tutte le teorie nascano con questo intento. Alcune sono vere, e nascono semplicemente perché in effetti si è scoperto qualcosa che prima non si sapeva. Il problema è che questa nuova “cosa” di cui prima non si sapeva nulla, a volte va a ledere gli interessi di qualcuno. Ecco che allora parte il gioco del “consenso implicito”: nuove teorie appaiono magicamente a contrastare la teoria vera; controteorie di tutti i tipi, che hanno il fine di fermare il cambiamento che la teoria vera potrebbe innescare.
Eh…. sì, perché il cambiamento mica fa bene a tutti quanti: lo status quo per alcuni è garanzia di potere, di soldi e di privilegi che la maggior parte degli esseri umani neanche possono immaginare.
Qual è dunque la teoria vera in tutta questa storia?
È la teoria da cui nasce la prima posizione, quella che afferma che ci troviamo in piena crisi climatica a causa del surriscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche. Sia ben chiaro: non tutte le attività antropiche surriscaldano la terra. Qui si parla delle attività antropiche dell’industria (della grande industria), e delle attività ad essa correlate, come la grande distribuzione, con il suo trasporto di merci da un paese all’altro.
Qui si parla delle attività antropiche del “monopolio” della grande industria… perché se anche non ce ne rendiamo conto, è di fatto un monopolio…..
Lo sai che la grande industria non può fare a meno del petrolio e di combustibili fossili? La grande industria dipende dal petrolio, perché la quantità immensa di merci che produce a regime (di cui moltissime sono merci inquinanti, che ci avvelenano e che distruggono l’ecosistema), senza il petrolio non potrebbe essere prodotta. A oggi, infatti, non è stata ancora trovata una energia “green” che possa garantire la stessa capacità energetica del petrolio; solo il petrolio riesce a sostenere energeticamente i bisogni della grande industria…..e il petrolio e i suoi derivati, in combustione perenne, di gas serra ne producono un bel po’….
Ma al momento, se si vuole continuare con il sistema imposto dalla grande industria, il petrolio è insostituibile. L’unica cosa che ci può salvare dalle enormi quantità di gas serra che la grande industria produce, é quello di depotenziare la grande industria e cambiare sistema.

Oltre al discorso dell’effetto serra, del surriscaldamento globale e dell’aumento (quasi esponenziale) di CO2, vorrei soffermarmi su altri aspetti che derivano dal nostro sistema dipendente dai combustibili fossili, aspetti a mio parere non meno importanti e che da tempo avrebbero dovuto indurci a cercare un cambiamento di sistema.
La disparità che oggi viviamo nel mondo, è una delle tante conseguenze del sistema che adottiamo. La dipendenza dai combustibili fossili del nostro sistema ha fatto sì che i territori ricchi di petrolio (e di altre materie prime indispensabili all’industria), diventassero terre di conquista da parte di chi detiene il potere economico e da questa risorsa trae profitto. Così, l’Africa e il Venezuela, per citare due dei diversi paesi che oggi vengono martoriati per via delle loro risorse, sono diventate terre di conflitto, e ai popoli che ci vivono viene tolto il diritto di sovranità sul loro territorio che viene conteso dalle lobbies economiche, tutte a caccia di petrolio e altre risorse che assicurano potere e introiti inimmaginabili. Quante persone al mondo vivono in un regime di guerra, povertà, deprivazione dei diritti fondamentali a causa di questo? Te lo sei mai chiesto?
Le guerre nel mondo si fanno soprattutto per il petrolio. Già solo questo, non è un buon motivo per volere un cambiamento di sistema?
Con questa domanda “sospesa nell’aria”, che spero ti induca ad una riflessione più approfondita sugli argomenti trattati, ti invito a scegliere bene a quale posizione aderire, perché, se c’è una cosa che oggi ci può salvare veramente, è il nostro consenso o dissenso consapevole. Quando aderisci ad una posizione che, per logica conseguenza della sua tesi, non cambierà nulla del sistema in cui viviamo (qui sono la posizione 2 e la posizione 3), sappi che stai dando il tuo consenso implicito alla deforestazione, all’inquinamento dovuto alla plastica, alla produzione compulsiva di merci di ogni genere e alla loro distribuzione, allo sfruttamento della manodopera, agli allevamenti intensivi di animali, alle emissioni di veleni nell’aria, nell’acqua e nella terra, alla guerra, alla povertà, all’aumento esponenziale di CO2 e al surriscaldamento globale: stai dando il tuo consenso implicito a tutto questo.
Accorgitene.

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