Liberi di essere schiavi

Ed eccomi di nuovo qui a pescare negli anfratti del mio pensiero per provare a dirvi qualcosa. Oggi vi vorrei parlare di un totem del”Vivi-consuma-muori”:l a sigaretta. Un oggetto che rispecchia molto la nostra concezione di consumo e,azzarderei che è il consumo per eccellenza.Questa cattiva abitudine ha tutte le carte in regola per esserlo; è un oggetto inutile,caro,che si consuma subito e che crea immondizia e disagio se fatto in presenza di persone che non hanno il vizio o che sono contrari a questo modello di vita autodistruttivo.Sono stato fumatore e non mi pento,ma sono veramente contento di avere abbandonato il vizio da piu’ di tre anni senza remore o fatica con l’inscalfibile convinzione di aver ottenuto una vittoria politica contro il consumismo ,così chi vuole lanciare epiteti contro il classico rimbrotto da ex fumatore,può tranquillamente farlo e abbandonare la lettura.
Se avete continuato a leggere vi potrebbe interessare del perché ho smesso.
Il tutto è nato dopo una cena organizzata in casa con amici che non vedevo da anni nella quale non ci eravamo fatti mancare nulla,dal pasto al buon vino, il tutto avvolto in nuvoloni di fumo.La mattina(inoltrata) seguente,cercando di mettere a posto i tasselli della mia psiche e del mio corpo,mi accingevo ad accendermi una sigaretta quando,guardandomi intorno,mi resi conto che ero circondato da messaggi e simboli pubblicitari e che,ragionando su questo e sulla stranezza della situazione molto simile a film di fantascienza , mai così vicini alla realtà con tecno-santoni che predicano su video posti nei vari punti della città e “consigli” su come comportarsi, ho avuto la strana sensazione che non ero io a voler fumare,ma che facevo un gesto quasi imposto e che in realtà non avevo la necessità di farlo.Il processo mentale è stato piu’ veloce della descrizione che sto facendo,ma sta di fatto che nel giro di un attimo ho rimesso la sigaretta nel pacchetto ,lo richiuso e buttato nel cestino che fortunatamente si trovava alla distanza di un braccio dal sottoscritto;fosse stato piu’ lontano chissà se sarei riuscito a farlo.
Da quel momento ho incominciato a ragionare di chi erano le compagnie del tabacco, sulle multinazionali che c’erano dietro e di quante persone numericamente controllavano il vizio mondiale e in che modo controllavano la produzione,l’assoluta mancanza di trasparenza sulla metodologia di coltivazione e lavorazione del tabacco,senza parlare di quali agenti chimici vengono utilizzati e, pur non avendo dati certi, sono arrivato alla conclusione difficile da poter essere smentita che il guadagno sull’avvelenamento era una cosa di un manipolo di persone.Alcune decine di fantamiliardari senza scrupolo alcuno che vivono sulla morte altrui ai quali non basta togliere un terzo dello stipendio medio ai fumatori,ma inducono al consumo con giochetti subliminali, pacchetti multicolor,anche belli,da possedere e consumare il piu’ presto possibile per poterne comprare e consumare un altro.Un oggetto del desiderio e possesso che esprime voglia di libertà,grandi spazi,fantasie infantili come diventare velisti o cow –boy,o strumento di emancipazione,seduzione,ma solo per un attimo per ritornare poi alla vita di sempre,creata volutamente grigia e inadeguata come leva al prossimo consumo che sia di una sigaretta o una padella per le crepes da mettere in un mobile per non essere mai utilizzata.Mi rendo conto che questo discorso può sembrare eccessivo, ma pensateci bene.Se le sigarette fossero solo un piacere personale, non avrebbero bisogno di essere imbellettate e pubblicizzate anche con scappatoie come linee d’abbigliamento o corse o cos’altro ancora , utili ad incrementare l’immaginario del consumatore,ma basterebbe un pacchetto anonimo ,bianco,con solo la marca,una confezione uguale per tutti,come il sacchetto per il pane,un alimento che non ha bisogno di essere pubblicizzato.E’ inutile scrivere che il fumo uccide,intanto prima o poi si muore e poi c’è la presunzione di essere piu’ forti della morte,come in uno sport estremo,da brividi e adrenalina.Sarebbe piu’ leale,aggettivo che utilizzato per le multinazionali risulta come un ossimoro, scrivere un ”TI TENIAMO PER LE PALLE!” che stuzzicherebbe i masochisti, ma farebbe pensare gli altri.Liberi di essere schiavi.

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Categorie: Decrescita

Di Emanuele Lo Gioco

Il difficile è la facilità con cui possiamo fare una rivoluzione senza demandare ad altri....

3 commenti

  1. salve emanuele, i miei piu vivi complimenti per aver smesso di fumare eaver iniato a vedere oltre la cortina pubblcitaria che ci incita a consumare per essere adeguati e un po meno tristi in questa vita da schiavi del lavoro salariale. sono certo che sarai riuscito ad applicare lo stesso meccanismo a tutti gli oggetti e servizi che ci circondano.

    da tempo una domanda mi affligge:
    come possimao far si che tutti vedano questo?
    se ci riuscissimo la decrescita si avvierebbe come una valanga travolgendo tutti i miti del consumismo e facendo crollare lui e la finanza che ci tiene per il collo?

    parlare di questi argomenti e pubblicizarli in internet sicuramente è efficace, ma è poco efficiente.. dovremmo trovare qualcosa di eclatante per raggiungere una massa critica adeguata a dar inizio a un cambiamento generalizzato..
    come fare? vi che proposte avete?

    ps scirvere post troppo lunghi coe faccio io non aiuta..

  2. Bell’articolo davvero.
    Una cosa vorrei aggiungerla io, l’inizio di ogni cambiamento è la consapevolezza.
    Quando riesci ad aprire gli occhi sei libero a livello mentale da lì a raggiungere la libertà del fisico es smettere di fumare, non passa molto tempo.
    Importantissima è poi l’alimentazione non a caso mai che si pubblicizzi frutta e verdura ma solo dolci e alimenti precotti.
    Nel mio blog insegno a coltivare gli ortaggi anche su un balcone se non si possiede terreno questo è utile per la salute ciò che si compra non è salutare.
    Riccarda
    http://www.ortopertutti.com

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