Io e la decrescita. I primi due anni di DFSN.

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La libertà senza limiti è il contrario della libertà. Una libertà che comportasse solo dei diritti non sarebbe una libertà, ma un’onnipotenza, una tirannia. Se invece comporta dei diritti e dei doveri, è una libertà che ha un contenuto e può essere vissuta. Il resto, la libertà senza limiti, non viene vissuta o viene vissuta a spese della morte degli altri, al limite. La libertà con dei limiti è l’unica cosa che faccia vivere allo stesso tempo colui che la esercita e coloro a favore dei quali viene esercitata.
(Albert Camus)

Non esagero: considero l’adesione al Decrescita Felice Social Network (DFSN) tra le trenta cose più belle che mi siano capitate nella vita… e vi assicuro che, con i suoi alti e bassi, non è stata affatto triste!

Non mi è mai capitato di partecipare a un ambiente tanto ricco e stimolante, dove, soprattutto, si riuscisse a valorizzare per davvero e non solo a parole le divergenze di opinione, permettendo un’autentica maturazione intellettuale. È qualcosa che per me non ha avuto riscontri né dentro né fuori l’ambiente della decrescita, ed è il motivo principale per cui ho deciso di raccogliere in un libretto gli articoli pubblicati nei miei primi due anni di permanenza in DFSN. Ma c’è anche un’altra ragione.

Rileggendoli ho constatato che, se mi si passa l’espressione, essi sono migliori del loro autore. La costruttività dell’ambiente in cui si scrive fa una grande differenza, che si riflette nella qualità dei contenuti proposti. All’inizio, molti articoli erano nient’altro che una riproposizione di concetti già esposti nell’e-book Svolta radicale (chi l’avesse letto se ne accorgerà). Successivamente, però, il trend si è invertito: sono stati infatti gli articoli pubblicati nel sito a servire da spunto per la stesura del successivo Democrazia radicale. Interagendo con gli autori di DFSN e i commentatori del Web, sono stato spesso colto da sacro furore alla tastiera, sono scaturiti dal nulla veri e propri diluvi di idee. Nei momenti di maggior tempo libero dalla mia professione di insegnante – come le vacanze estive – addirittura mi è capitato di dover scaglionare nel tempo la pubblicazione degli articoli perché non ritenevo opportuno farne uscire due o tre di fila! Tutto questo non ha paragoni con altre situazioni della mia vita, intellettuali e non.

Se mi chiedessero il maggior contributo che penso di aver dato a DFSN, risponderei: “la cattiveria”, derivante sicuramente dalla mia passione giovanile per il punk rock. I sostenitori della decrescita sono per lo più persone determinate ma molto pacifiche, spesso influenzate da ideologie nonviolente come il pensiero gandhiano o il buddhismo. Quando piovono addosso montagne di fango, tendono a mantenere un atteggiamento calmo e a rispondere pacatamente alle critiche (spesso vere e proprie offese), sempre con il contegno di chi spiega a persone in buone fede, vittime di fraintendimento.

Io invece, per altro già stufo di demonizzazioni e mistificazioni da tempi immemorabili – da quand’ero appunto simpatizzante del punk e poi del movimento altermondista – ho voluto invertire questa tendenza. Se le leggi fondamentali della fisica sentenziano che è impossibile crescere all’infinito, allora è chi difende tali posizioni che deve assumersi l’onere della prova, non io; similmente, se uno stimato politico o economista blatera a vanvera senza sapere nulla dell’impronta ecologica, del picco del petrolio, della perdita di biodiversità, ecc. non ci sono dubbi su chi sia l’ignorante della situazione.

Ecco quindi la rubrica Decrescendo & decostruendo o la recensione critica a La società Post-Crescita di Giampaolo Fabris, in assoluto tra i miei contributi più letti e per i quali ho ricevuto maggior apprezzamenti. Certo, probabilmente agendo così ho privilegiato la pars destruens rispetto alla costruens, ma penso di aver dato un contributo ugualmente positivo.

Ovviamente non è tutto rose e fiori. Con gli autoproduttori o i sostenitori dell’ecologia profonda, capitano discussioni anche molto accese: questo perché da una parte non riconosco la validità delle scelte meramente individuali per la soluzione dei delicati problemi che ci affliggono, e dall’altra non sopporto le astrazioni per cui ‘l’umanità’ è un cancro per il pianeta, senza distinzioni di responsabilità, dai CEO delle corporation petrolifere fino ai boscimani.

Del resto, la decrescita si vede prevalentemente nella pratica e io ho tantissimo da imparare. L’ultimo tentativo di costruire la cuccia per il gatto non è stato troppo apprezzato dal potenziale inquilino – non riesco a dargli torto! – così come l’orto di casa non garantirebbe molti giorni di autonomia in caso di improvviso tracollo del mercato alimentare.

Insomma, molti direbbero, a ragione, che sono per lo più un chiacchierone. Ed è vero, non posso negarlo: per il momento le chiacchiere sono il meglio che ho da offrire. Non appena avrò maggior successo con la verdura e prenderò confidenza con chiodi, martello e cacciaviti, prometto di condividere le opere frutto delle mie mani. Per adesso lascio spazio alla bocca, alla mente e al cuore.

Igor Giussani

Ravenna, 1 febbraio 2015

4 Commenti

  1. Per ogni progetto che si rispetti, occorre un braccio e una mente, una classe dirigente ed un popolo.
    Per adesso, a quanto scrivi , sei in grado di essere solo la mente, ma ti impegni a diventarne anche il braccio.
    Beh dai tempo al tempo, Roma non fu fatta in un giorno, l’importante è non arrendersi ed aver fiducia che sempre più braccia e più menti trovino almeno una ragione per credere nella decrescita
    In bocca al lupo a tutti

    • Ti ringrazio, ci tengo solo a precisare che essere ‘mente della decrescita’ sarebbe un po’ pretenzioso; diciamo che cerco di buttare idee qua e là e mettere insieme fatti cercando della relazioni. Ad esempio, tutte le volte che sentendo le idee della decrescita mi sembra di cogliere l’eco di qualche pensiero già sentito prima, cerco di risalire all’origine e di capire eventuali punti di contatto. Penso possa essere utile perché molte persone potrebbero approdare alla decrescita partendo da coordinate culturali anche abbastanza differenti, se solo notassero alcune affinità. Per me è stato così, ad esempio.

  2. E’ leggendo il tuo “Svolta radicale” che mi sono tanto appassionata a DFSN.
    Ho imparato tanto da te – beh, per quello che riesco a filtrare io, nel mio piccolo – e leggo sempre tutto ciò che pubblichi con ammirazione…e a volte, con qualche difficoltà 🙂 lo sai, sono quella che sono!
    Grazie, Igor, per il tuo preziosissimo e lucido contributo intellettuale, per il tuo stimolante punto di vista, per la capacità di far arrivare anche a persone meno formate come me, concetti e teorie non sempre di facilissima comprensione.
    E grazie soprattutto perché rimani sempre molto umile nel farlo.
    …e se ancora non ne sai molto di orti, per una volta, queste “braccia tolte all’agricoltura”, le tue, sono un esempio di buona speranza per il futuro e di acuta intelligenza 🙂 🙂 🙂

    • Ti ringrazio tantissimo Miriam, come sempre sei troppo buona! E anche per il discorso dell’umiltà, proprio quando recentemente qualcuno ha avuto da ridire per la ‘sicumera che mi contraddistingue!’ 🙂

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