Che fare?

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1978

250px-Jim_Morrison_1969Come occupare il tempo e riempire la vita dopo avere soddisfatto adeguatamente i primari bisogni umani.

Datemi un sogno in cui vivere, perché la realtà mi sta uccidendo!

Jim Morrison

Sommario

1) L’attuale complessa situazione mondiale;
2) Il tema di questo lavoro: che fare?;
3) Una piccola ricerca;
4) Una breve conclusione

1) L’attuale complessa situazione mondiale

Prima di entrare nel merito del tema di questo lavoro è bene dare un quadro dell’attuale complessa situazione mondiale.
Attualmente nel mondo agiscono contemporaneamente i seguenti fenomeni fra cui avviene un continuo rapporto di feedback (l’elenco è ovviamente incompleto):
1) si avvicina il momento in cui l’offerta di combustibili fossili non reggerà più la domanda; forse ciò sta già avvenendo visto le tensioni e le guerre da alcuni decenni a questa parte nelle aree produttrici di risorse energetiche, visto la crisi finanziario-economica scatenata, dicono alcuni studiosi, anche dall’aumento del prezzo del petrolio (e che interessa il mondo intero ormai dal 2008) e, infine, visto gli sconvolgimenti politici che, a partire dagli inizi del 2011, interessano il Maghreb e il Medio Oriente;
2) il progressivo esaurimento delle risorse naturali in genere (dalle foreste al pescato, dai minerali rari a tante altre risorse naturali);
3) il rischio che saltino molti equilibri ecologici (si prevedono effetti sconvolgenti a livello mondiale se le cose continueranno allo stesso modo in cui si sono sviluppate finora [alcuni studiosi dicono che le cose sono compromesse in ogni caso, anche se le cose cambiassero da subito]);
4) insalubrità dell’aria, della terra e delle acque in molte parti del mondo;
5) il consumo smodato (sia privato che pubblico) di beni al di là di ogni esigenza concreta (sembra che nel mondo sviluppato solamente fino agli anni settanta del secolo scorso ad un aumento del reddito abbia corrisposto un aumento del benessere: in seguito non più e sembra che in alcuni casi il rapporto si sia invertito);
6) aumento della sofferenza psichica e fisica (dal forte aumento dell’obesità al forte aumento del consumo di farmaci, psicofarmaci e di droghe di ogni genere);
7) problemi sanitari e difficoltà di approvvigionamento di cibo e di acqua potabile per molte popolazioni nei paesi sottosviluppati
…ecc. ecc.
Alcuni di questi problemi riguardano tutto il mondo mentre altri riguardano solamente il mondo sviluppato mentre altri ancora riguardano zone del mondo ancora sottosviluppate.

2) Il tema di questo lavoro: che fare?

Il tema che si intende affrontare con questo lavoro parte dalla considerazione che nel mondo sviluppato si consumi smodatamente, senza soddisfacimento di reali bisogni, per riempire un vuoto psicologico-culturale che non si sa come riempire diversamente e in modo gratificante. Un’altra considerazione che bisogna fare (e che complica le cose) è che non si sa fino a quando il pianeta Terra riuscirà a sopportare lo sfruttamento collegato a questi livelli di consumi. Un’ultima considerazione da fare (e che fa diventare la situazione non solamente più complessa ma anche molto tragica) è che buona parte del resto del mondo (dalla Cina all’India, dalla Russia al Brasile, ecc.) si sono incamminati nello stesso trend del mondo sviluppato
E’ necessario quindi sbloccare una situazione che è insostenibile.

Per questo motivo ho fatto in passato una breve ricerca (senza nessuna pretesa di scientificità e di correttezza metodologica) che è consistita nel fare alle persone che conosco la seguente domanda: cosa farebbero spontaneamente le persone se non avessero problemi economici e di salute? Il riferimento è ovviamente soprattutto al mondo sviluppato e a quelle fasce benestanti dell’altra parte del mondo dove in linea di massima i bisogni fondamentali di alimentazione, sanità, casa, trasporti, riscaldamento delle case in inverno e pochi altri bisogni, siano adeguatamente soddisfatti.
Dato che l’obiettivo di questa intervista è di conoscere quanto viene chiesto molte volte sono dovuto intervenire perché non venivano date risposte corrette. A molti ho dovuto chiarire più volte il senso della domanda perché non riuscivano ad andare oltre la ricerca del soddisfacimento dei bisogni economici, di salute e in genere quelli attinenti alla ordinaria vita quotidiana. A qualcuno che ha risposto dicendo “fare ricerca” le ho detto che la ricerca è in relazione alla produzione industriale o alla scoperta di cure mediche (quindi che non è in accordo con la domanda che esclude la presenza di problemi economici e di salute); a qualcuno che ha risposto dicendo “mi costruirei una casa” ho detto ugualmente che non sarebbe necessario costruirsi una casa visto che il bisogno della casa sarebbe già soddisfatto. Ad altri che hanno risposto che si impegnerebbero a favore dei poveri ho pure detto che la domanda esclude l’esistenza di problemi economici. A molti ho detto che questa ricerca deriva dalla mia impressione che la stragrande parte delle persone consumi e lavori oltre il necessario perché non saprebbe cosa fare altrimenti, non saprebbe come riempire il tempo libero in modo gratificante.
La considerazione che ho fatto su queste interviste fatte è che l’uomo trova difficoltà a vedere cose diverse da quelle attinenti alla produzione, al consumo, alla salute e ai valori che fanno parte della vita quotidiana: trova difficoltà a sognare!!

3) Una piccola ricerca

Nelle interviste che appresso vengono riportate ho cambiato i nomi veri ed ho apportato alcune piccole variazioni per rendere impossibile conoscere le vere identità degli intervistati.

1) Mara Vittorelli (impiegata in uno studio di commercialisti; titolo di studio : diploma)
– vivrebbero liberi a contatto con la natura;

2) Valerio Berti (segreteria direzione in un ente pubblico; titolo di studio: laurea)
– andrebbero in giro e socializzerebbero;

3) Angelo Cuturri (guardia giurata in un sede di un ente pubblico: titolo di studio: probabilmente terza media)
– non lo so;

4) Sergio Russo (addetto alla “Formazione” in un istituto previdenziale; titolo di studio: laurea in ingegneria)
– mangerebbero, farebbero all’amore e socializzerebbero;

5) Alda Meletti (impiegata in un istituto previdenziale ; titolo di studio: diploma)
– farebbero esperienza di ciò che li circonda come l’ambiente naturale; farebbero viaggi per conoscere sia gente che ambienti diversi, leggerebbero libri, assisterebbero a manifestazioni artistiche, conoscerebbero e avrebbero rapporti affettivi con altre persone, ecc.

6) Angelo Titone (geometra in un ente pubblico; titolo di studio: diploma)
– non farebbero nulla, non ci sarebbe più nulla, il mondo finirebbe perché non ci sarebbero più contrasti fra le persone, nessuno sarebbe motivato a raggiungere nuovi obiettivi perché avrebbe già tutto; dopo avere insistito nella domanda chiedendo come passerebbero praticamente il tempo risponde dicendo che “tromberebbero”; insisto chiedendo “ma non dovrebbero anche mangiare!?” ma la risposta è che “non si darebbe importanza all’alimentazione e tutti sarebbero secchi”.

7) Annamaria Giacometti: (impiegata-traduttrice in una azienda industriale; titolo di studio: laurea?)
– non è facile rispondere; dovrebbe ascoltare e guardare la natura e il cosmo; fare ricerca; interrogarsi del perché siamo qui; non saprei cosa si potrebbe fare; non è una domanda facile. (la risposta è un riassunto delle sue risposte in un continuo scambio avuto con me)

8) Maria Bianco: (funzionaria comunale; titolo di studio: laurea)
– vivere a contatto con la natura, andare nelle oasi naturistiche, in posti incontaminati.

9) Luca Giannelli (insegnante; titolo di studio: laurea)
– Penso solo ad andare in pensione e tornare ad una vita tranquilla, tipo quella degli anni universitari, per intenderci.

10) Marta Venturi (Impiegata in un istituto previdenziale; titolo di studio: laurea)
– Inizialmente trova difficoltà a rispondere e dice che “non saprei” ma poi dice che farebbero quello che ritengono secondo le loro inclinazioni: potrebbero leggere, scrivere, andare a cinema, fare giardinaggio e altri hobby.

11) Luca Romagnoli (impiegato in un ente pubblico con mansioni tecniche; titolo di studio: laurea)
– io farei dei viaggi

12) Andrea Massaro (impiegato in un istituto previdenziale con mansioni tecniche; titolo di studio: diploma)
– io farei viaggi e acquisterei vestiti;

13) Mario Bassini (impiegato in un ente pubblico con mansioni tecniche; titolo di studio: diploma)
– io “scazzeggerei” intorno casa (nel senso che avrebbe fatto dei lavoretti intorno e/o dentro casa, come giardinaggio e hobby vari); anche lo svolgimento del proprio lavoro è gratificante.

14) Giovanbattista Pardo (compagno di Lorella Rossi) (insegnante; titolo di studio : laurea)
– Sarebbero più solidali e più disponibili a socializzare.

15) Lorella Rossi (compagna di Giovanbattista Pardo) (insegnante: titolo di studio: laurea)
– Non rinuncerebbero al lavoro ma coglierebbero ogni occasione per
viaggiare anche per rivedere vecchi amici o posti a distanza di tempo.

16 Mariella Mori (pensionata, ex insegnante: titolo di studio: laurea)
– dovrebbero dare sfogo alla loro curiosità, per esempio nel campo delle scoperte scientifiche e dei rapporti interpersonali.

17) Giovannino Veronese (impiegato in un istituto previdenziale con mansioni tecniche; titolo di studio: diploma tecnico?)
– Si darebbe spazio alla sessualità; si starebbe con gli amici; si acquisterebbero cose che piacciono; si viaggerebbe per conoscere posti diversi e gente diversa;

18) Domenica …. : (impiegata presso un’associazione imprenditoriale; titolo di studio: diploma)
– viaggerebbero per conoscere il mondo: conoscerebbero Dio e la religione; si interrogherebbero sul senso della loro vita, sugli obiettivi che dovrebbero perseguire.

19) Giovanna Rossi: (impiegata in un ente pubblico; diploma?)
– Dopo avere spiegato bene il senso della domanda (aveva iniziato col dire che purtroppo ci sono problemi di salute) dà la seguente risposta: non lo so!
In seguito, sentitoci telefonicamente per altri motivi, aggiunge: darei una casa a mia figlia. Al che le ripeto che la domanda parte dal presupposto che non ci siano problemi economici.

20) Antonio D’Onofrio: (studente universitario) (intervista fatta tramite e-mail)
– di sicuro comprerei una casa, poi, dato la mia futura professione, un bel studio grafico (tutta l’attrezzatura che potrebbe servire), una macchina (io prenderei una normale, non quelle esagerate) e poi un sacco di viaggi.
Dopo avere ricordato all’ intervistato che la domanda partiva dal presupposto di assenza di problemi economici mi risponde con un’altra e-mail in cui dice seccamente:
– si divertirebbero sempre!!

21) Mario Pergola (compagno di Marinka Meanu) (lavoratore in una azienda; titolo di studio: diploma) (la domanda, tramite e-mail, è stata fatta congiuntamente [metodologia non corretta] insieme alla sua compagna e hanno dato una risposta comune):
– pensiamo entrambi che se nessuno avesse problemi di questo genere, forse saremmo un po’ tutti più buoni. Ma allo stesso tempo un po’ più egoisti in quanto nessuno avrebbe bisogno di nessuno. Anche se poi la salute e il denaro non sempre c’entrano coi rapporti tra le persone, quindi forse non cambierebbe niente, e chi è buono (spontaneamente) adesso .lo sarebbe anche nell’altro caso. Devo dire che non è una domanda facile alla quale rispondere.

22) Marinka Meanu (compagna di Mario Pergola) ( Assistenza a persone anziane; titolo di studio: diploma)
– pensiamo entrambi che se nessuno avesse problemi di questo genere, forse saremmo un po’ tutti più buoni. Ma allo stesso tempo un po’ più egoisti in quanto nessuno avrebbe bisogno di nessuno. Anche se poi la salute e il denaro non sempre c’entrano coi rapporti tra le persone, quindi forse non cambierebbe niente, e chi è buono (spontaneamente) adesso lo sarebbe anche nell’altro caso. Devo dire che non è una domanda facile alla quale rispondere.

23) Gianluca Pagliari (ingegnere in un ente pubblico)
– è una domanda mal posta perché è tutto relativo. Per un Africano, che vive in pessime condizioni di vita, in Italia si sta benissimo. In Italia molte persone, anche se benestanti, pensano di non avere molto. Molte persone non sono mai contente e cercano di acquistare sempre nuove cose, come autovetture, telefonini, ecc. Nel caso che ognuno, in una situazione tipo dittatoriale) ricevesse invece il necessario per vivere (una casa, da mangiare, ecc.) allora si potrebbe dedicare di più ai figli, al tempo libero, ecc.
Negli Stati democratici tutto continua come al solito e si è disposti a modificare le cose solo se si è con l’acqua alla gola. Solo nel caso di dittatura è possibile imporre certe soluzioni.

24) Matteo Belli (Impiegato in un ente pubblico, ex docente; titolo di studio: diploma)
– non lo so; non farebbero niente visto che hanno risolto tutti i loro problemi; Dopo avergli chiesto cosa farebbero concretamente risponde: viaggerebbero per vedere, conoscere.

25) Loredana Mengoli (impiegata in un istituto previdenziale: titolo di studio: diploma)
– sarebbero solidali, aiuterebbero gli altri. Dopo averle ricordato che nella domanda si considerano inesistenti sia i problemi economici che di salute risponde: si annoierebbero a morte. Poi fa l’esempio dei figli di persone benestanti che si annoiano e si drogano.

26) Mariangela Peri (impiegata i un istituto previdenziale: titolo di studio: diploma)
– dedicarsi al volontariato; dopo avere ripetuto, nonostante l’avessi ben chiarito, che non ci sarebbero problemi di salute né economici per nessuno, risponde dicendo: farebbero degli hobby come coltivare l’orto, lavori di cucito, dipingere, fare viaggi.

27) Arturo De Santis (impiegato istituto previdenziale; titolo di studio: laurea in Ingegneria):
– la ricerca del piacere, in tutti gli aspetti in cui si può manifestare;

28) Maita Zulich (impiegata istituto previdenziale; titolo di studio: laurea):
– non lo so; mmhh, mmhh, forse impazzirebbero, forse avrebbero più paura della morte; non lo so; mmhh, mmhh; non lo so;

29) Luca Molinari (impiegato istituto previdenziale con mansioni tecniche; titolo di studio: diploma?)
– farebbe del volontariato ma, dopo avergli detto che la domanda esclude l’esistenza di problemi sia di salute che economici) dice che (riferendosi soprattutto a ciò che farebbe lui) si interesserebbero di hobby, come la fotografia, la pittura, viaggerebbero per conoscere le arti e le culture delle varie popolazioni;

30) Giorgio Righi (membro di un forum di Antropologia culturale; titolo di studio: laurea?)
-Secondo me se non si dovesse lavorare ci dedicheremmo a ciò che ci interessa di più con dei tempi probabilmente più rilassati.

Mi viene a mente un’affermazione dell’etologo Oskar Heinrot: “Dopo le penne remiganti del fagiano argo maschio, il ritmo di lavoro dell’umanità civilizzata è il risultato più balordo della selezione intraspecifica”

Nella preistoria le uniche indicazione di cosa facessero nel tempo libero sono le manifestazioni artistiche che ci sono giunte, dalle pitture rupestri, all’arte mobiliare, ai ricchissimi corredi di Sungir o del principe, ma non possiamo escludere che facessero altro.

31) Elena (membro di un forum di Antropologia culturale; titolo di studio: laurea?)
– Ho pensato molte volte a cosa fare durante il tempo libero; un’attività diversa da quella del lavoro, altrimenti sarebbe sempre lavorare e non sarebbe più tempo libero; qualcosa di piacevole, perché il problema del lavoro è che, essendo obbligatorio per potermi mantenere, tante volte non è piacevole, quindi nel tempo libero cerco di fare solo ciò che ho voglia di fare perché mi piace farlo.
Insomma, questi pensieri mi hanno portato ad una conclusione: la ricerca del piacere.
Ho anche scoperto che l’uomo ha la possibilità di trovare piacevoli tantissime cose, anche attività che per altri uomini sono lavoro.

32) Pina Bini (compagna di Adriano Codronchi)(ex insegnante elementare adesso in pensione; titolo di studio: laurea in lettere)
Fare viaggi, andare a cinema, estendere i rapporti sociali.

33) Adriano Codronchi (compagno di Pina Bini)(ex operaio in una azienda industriale, adesso in pensione; titolo di studio: terza media)
Viaggiare, andare in piscina, fare volontariato (ma soprattutto per intrattenere rapporti sociali), fare giardinaggio, orticoltura; fare tutto ciò che piace senza l’assillo di avere obblighi da rispettare; da alcuni anni faccio un corso di lingua araba e ho fatto un viaggio nei paesi arabi.

34) Alda Nocera (impiegata in un istituto previdenziale; titolo di studio: liceo classico più alcuni anni di università)
Dopo avere detto “non lo so” dice che si sparerebbero oppure si sparerebbero fra di loro. Dopo averle ripetuto che lo stato di adeguato soddisfacimento dei bisogni fondamentali riguarderebbe tutti per cui almeno non ci sarebbe motivo di spararsi fra di loro continua dicendo: si farebbero delle paranoie, nel senso che cercherebbero sempre di perfezionarsi, darebbero sempre più importanza a cose molto futili e inessenziali (nel senso, per esempio, di essere sempre più ricercati nell’alimentazione o di acquistare una autovettura, o un altro bene strumentale, dell’ultimissimo modello, ecc.)

35) Aldo Berti (impiegato in un istituto previdenziale e sindacalista; titolo di studio: laurea)
…mboh!!

36) Giovanna Mari (impiegata in un istituto previdenziale; titolo di studio: laurea in Economia e commercio)
Dipende dalla persona e da quello che ha fatto fino a quel momento: c’è a chi potrebbe piacere leggere libri, chi fare dei viaggi, vedere la televisione; ci sono anche quelli che stanno in casa senza fare niente. Ma alle volte non c’è tempo per fare ciò che uno vorrebbe fare.

37) Elisabetta Fumagalli (impiegata in un istituto previdenziale; titolo di studio: Laurea al DAMS)
Si dedicherebbe agli hobbie, come viaggiare, oppure studiare cose che gli piacciono, fare shopping; a certe donne piace molto acquistare vestiti o scarpe; certe donne hanno anche cento paia di scarpe; a me non piace la noia, stare senza fare niente.

38) Marta Vannini (impiegata in un istituto previdenziale; titolo di studio laurea in Economia e commercio)
Farebbero ciò che gli piace, come leggere un libro, andare al cinema, andare nel parco. Dipende dalla persona e dal momento. Anche lavorare può essere piacevole. Può essere piacevole anche non fare niente oppure andare in un parco e guardarlo. Può essere piacevole fare un viaggio se una ha un ragazzo con cui andarci.

39) Alberto Bresciani (impiegato in un istituto previdenziale); titolo di studio laurea breve in Economia e commercio (continua nello studio per ottenere la specializzazione).
Impiegherebbero il tempo per coltivare le loro passioni, come ascoltare e/o comporre musica, leggere libri, fare delle passeggiate, praticare uno sport, ecc.

40) Vito Torsello (guardia giurata) (titolo di studio….)
Farei una seconda attività (con cui guadagnerei qualcosa), aiuterei il prossimo (per es. andrei negli ospedali a fare assistenza a malati terminali). Dopo avergli ricordato che nell’ipotesi fatta non esisterebbero problemi economici e di salute né per sé né per gli altri dice: sinceramente non lo so!

4) Una breve conclusione

Dalle risposte alle interviste non vedo l’indicazione di nuovi valori e modalità di vita che riempiano la vita stessa. Queste risposte non vanno al di là del raggiungimento di obiettivi come quello di avere una casa, di essere in buone condizioni di salute, di fare volontariato per aiutare gli altri (problemi che la domanda dava per risolti), o di fare viaggi, andare a cinema, avere qualche hobby, socializzare e poco altro.
E’ necessario una nuova ricerca volta a scoprire nuovi valori che riempiano la vita.
Da qualche mese mi sto interessando di droghe: l’idea da cui sono partito per intraprendere questo itinerario è che se molte persone si drogano, rovinandosi in modo più o meno grave il corpo e la mente, significa che lo fanno per qualche motivo per cui ritengono che ne valga la pena. Forse è stata questa ricerca che ha portato molti artisti alla morte: è il caso di Jim Morrison (di cui è riportata una frase sotto il titolo di questo lavoro), morto, probabilmente per uso di alcool e droga, a soli 27 anni.
La ricerca che ho intrapreso sulle droghe mi ha portato alla conoscenza dei motivi di fondo che portano al loro uso: il superamento delle condizioni della vita quotidiana. E’ necessario creare dei sogni che riempiano la vita altrimenti questa vita ordinaria che conduciamo finirà per ammazzarci (per parafrasare quella idea di Jim Morrison).
A scanso di equivoci dico chiaramente che l’uso di alcool e di droghe di qualsiasi tipo in nessun modo è la soluzione al problema che si pone.

Fonte foto: wikipedia

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Sono nato in Lucania nel lontano 1951 e abito a Bologna da circa trent’anni. Ho sempre avuto interesse, da più punti di vista, verso i “destini” (sempre più dialetticamente interconnessi) dell’umanità: da quello dei valori culturali che riempiano l’esistenza a quello delle condizioni materiali di vita (dall’esaurimento delle risorse naturali ai cambiamenti climatici, ecc.). Ho visto nel valore della “decrescita” un punto di partenza per dare un contributo alla soluzione dei gravi problemi che l’umanità ha di fronte.

3 Commenti

  1. La ricerca parte da una premessa che non è reale e cioè che l’uomo possa prescindere dai propri bisogni primari. Ma così non è. Si chiamano primari proprio perchè senza la soddisfazione di questi l’uomo perirebbe. Quindi una buona parte del tempo è sempre da dedicare alla ricerca dei mezzi di sostentamento e alla cura di sè e del proprio corpo. Quello che è auspicabile oggi è che cambi la scala dei valori di riferimento. Mi spiego: attualmente si è data importanza alle persone che riuscivano ad accaparrarsi il maggior numero di risorse e li si è indicati come esempi da seguire. Nella nostra società sono persone di valore i più ricchi senza nemmeno vedere come viene acquisita la ricchezza.
    E’ tempo di dare valore a chi ha la capacità di vivere con meno risorse possibili, a chi ha inventiva e creatività per realizzarsi con il minimo indispensabile. Questo è già un bel sogno…

    • Ciao mgrazia
      La ricerca parte da una premessa che è g
      ià espressa dal sottotitolo “Come occupare il tempo e riempire la vita dopo avere soddisfatto adeguatamente i primari bisogni umani.”
      Forse ti riferisci a qualche altra espressione usata nell’articolo e che si è prestata a essere interpretata così come dici nella prima espressione del tuo commento (cioè “La ricerca parte da una premessa che non è reale e cioè che l’uomo possa prescindere dai propri bisogni primari. Ma così non è.”)?
      Resto in attesa di una tua risposta.
      Cordiali saluti
      Armando

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