Coronavirus ed esternalità del Sistema

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Sul Web stanno pullulando svariate ipotesi secondo cui l’attuale epidemia da coronavirus, lungi dall’essere un fenomeno naturale e spontaneo, sia stata creata artificiosamente per favorire determinati interessi. Molti fanno riferimento a un’iniziativa (‘a global pandemic exercise’, per la precisione) chiamata The Event 201 Scenario, commissionata, tra gli altri, da John Hopkins University, Bloomberg School of Public Health, Center for Health Security, World Economic Forum e Bill & Melinda Gates Foundation: leggendo i documenti disponibili on line, si scopre che, già prima del dicembre 2019 (quando cioé il contagio ha cominciato a diffondersi in Cina a partire dalla metropoli di Wuhan) tali esponenti dell’élite globale avvisavano sul rischio di una pandemia globale causata da una mutazione del coronavirus; tutto ciò, inevitabilmente, ha eccitato ogni sorta di teoria complottistica.

In realtà, lo scenario previsto da Event 201 si discosta profondamente da quanto realmente verificatosi. Si immagina infatti una pandemia che abbia origine da un allevamento brasiliano di suini per proliferare in Sud America e poi da qui negli USA, in Europa, Cina fino al resto del mondo, causando 65 milioni di morti nel giro di 18 mesi e caratterizzandosi in particolare come malattia endemica dell’infanzia; COVID-19, invece, ha una letalità di gran lunga inferiore (basta dare un’occhiata ai dati aggiornati in tempo reale) e rappresenta una minaccia specialmente per i più anziani. L’unico aspetto su cui la previsione ha davvero colto nel segno riguarda l’impossibilità di realizzare un vaccino in tempi brevi.

Event 201 non può quindi essere additato a ‘prova’ del fatto che Bloomberg, Gates e soci abbiano collaborato attivamente per scatenare una guerra batteriologica globale modificando ad hoc il coronavirus; personalmente, benché li ritenga tutti soggetti decisamente nocivi per l’umanità, trovo ridicolo tratteggiarli alla maniera dei super-cattivi dei fumetti. In ogni caso, su di loro si staglia un alone decisamente inquietante, sebbene meno cartoonesco.

 

                         Copertina del Time del 15 maggio 2017

 

La consapevolezza dei rischi di pandemia e dell’incapacità della società globale di farsene carico era stata infatti maturata da tempo (vedi anche la copertina del 2017 della rivista Time di cui sopra, segnalata su Facebook da Nicola Armaroli – dove troviamo Bill Gates preoccuparsi di “come tenere il mondo al sicuro”). Si presume che l’unico atteggiamento sensato, non appena venissero scoperte potenziali fonti di pericolo per l’intero genere umano, sarebbe di denunciarle pubblicamente battendosi con tutte le forze affinché fosse impedito loro di nuocere, pretendendo di intervenire sulle cause scatenanti e non solo su sintomi e fenomeni correlati, come COVID-19 e gli altri agenti patogeni responsabili delle recenti epidemie.* Agli alti papaveri committenti di Event 201 basterebbero qualche telefonata e alcuni click al computer per, ad esempio, scuotere dalle fondamenta il mondo della zootecnia – su cui il loro studio punta decisamente il dito – e portarne all’attenzione generale tutte le problematiche, innescando cambiamenti radicali nel settore. La loro capacità lobbistica sarebbe tale da far presto sparire dalla faccia della Terra l’abominio dell’allevamento intensivo, malgrado i vorticosi interessi economici esistenti.

Tuttavia, codesti ‘comunisti liberali’ – come li chiama ironicamente Slavoj Žižek –  sono interessati esclusivamente alla preservazione dello status quo, per cui il contenimento degli effetti collaterali più manifesti è concepito per garantire la stabilità complessiva del sistema che assicura loro potere e privilegio; analogo riformismo tiepido e peloso viene esibito pari pari in altri contesti (riscaldamento globale, fame nel mondo, immigrazione, ecc.). Ecco quindi qualche rimedio sanitario contro gli effetti più deleteri dell’industrialismo, una tinteggiata di verde al comparto energetico giusto per non trasformare il nostro pianeta nella brutta copia di Venere, un po’ di cibo e accoglienza verso i popoli più oppressi per non tirare troppo la corda dello sfruttamento neocoloniale, ecc.

Pertanto, mentre molti complottisti del Web dipingono questi figuri come i malvagi membri della Spectre dei film di James Bond, io li trovo più simili a uno strano ibrido tra Tancredi de Il gattopardo (quello del celebre motto “cambiare tutto per non cambiare niente”) e gli ignavi della Divina Commedia: in sostanza, più dei meschini che dei malvagi.

*Consiglio un pregevole contributo di Mario Tozzi pubblicato su La Stampa on line per chiarire come le recenti epidemie (Ebola, Sars e Zika, H1N1, Mers ecc. ) siano da ricollegarsi in ultima analisi alla pesante interferenza delle attività umane sulla natura.

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