Ma che, davvero davvero?

2
2584

7 giugno scorso, alla trasmissione Cartabianca condotta da Bianca Berlinguer si parla di riscaldamento globale. Al dibattito partecipano Luca Mercalli, esperto di climatologia, e Francesco Borgonovo, giornalista che collabora con La Verità, Panorama e Il primato nazionale, che tratta dell’argomento alla pari senza averne alcun titolo (e cognizione). Infatti, spara una raffica di solenni idiozie addirittura spalleggiato dalla conduttrice, finché Mercalli, stufo di essere preso in giro, abbandona il collegamento (rimando al blog di Ugo Bardi per tutti i dettagli riguardo questa ignobile sciarada).

Quattro giorni dopo, il ministro alla (presunta) transizione ecologica Roberto Cingolani, partecipando alla kermesse de Il Foglio, così commenta lo stop ai motori termici dal 2035 votato dal parlamento europeo: “al momento teniamo l’asticella alta sul 2035, ma se nel 2033 vediamo che le cose sono impossibili perché gli scenari sono cambiati (chi si immaginava una guerra), bisogna avere la capacità di tornare sui propri passi e ripensare”.

Sorgono spontanee un paio di domande, la prima: come fa a sapere che nel 2033 lui e suoi colleghi al governo occuperanno ancora le medesime poltrone? Sa forse qualcosa che noi comuni mortali non conosciamo? Ma soprattutto: non dovrebbe essere l’andamento del riscaldamento globale (e solo quello) a determinare l’entità delle politiche di decarbonizzazione?

Ovviamente, sarebbe da ingenui (se non proprio da stupidi) confidare su qualsiasi sincerità ecologica di Cingolani o su qualsivoglia parvenza di credibilità e professionalità di quel carrozzone mediatico che è la RAI. Ma permetteteci almeno il sacrosanto diritto di lagnarci per il fatto che, almeno nel nostro paese, ogni dibattito mainstream sull’ecologia non abbia raggiunto neppure la dimensione del greenwashing, sdoganando ancora nel 2022 il più bieco negazionismo ambientale o suoi parenti stretti.

CONDIVIDI
Articolo precedenteCentenario di Berlinguer e decrescita
Articolo successivoL’Orto Conviviale
Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

2 Commenti

  1. Ma davvero davvero vogliamo ancora accreditare la versione che l’auto elettrica va nel senso della riduzione dell’inquinamento da combustione ? Ci crederò quando mi dimostreranno che tutti i possessori di auto elettrica saranno autosufficienti per la ricarica della batteria, senza gravare su colonnine pubbliche e pure senza aumentare la quantità di energia consumata dalla rete domestica (a meno che la disponibilità della rete domestica non sia indipendente dalla rete pubblica grazie al fotovoltaico). Allo stato attuale stiamo parlando di niente, o per meglio dire di una presa per i fondelli che nasconde un tentativo di rilancio dell’industria automobilistica e della spesa per l’acquisto di nuovi veicoli con l’imbroglio ecologico.
    Poi mi dovrebbero anche spiegare (ma non Cingolani, per favore) se nel 2035 anche tutti i camion e tutti i veicoli per il trasporto delle merci saranno totalmente elettrici (?!?). Oppure se avremo già dirottato su rotaia tutto il trasporto di merci (?!?). Invece siccome già sanno che questi sono obbiettivi utopici mettono le mani avanti e si dichiarano pronti ad andare in deroga rispetto ai buoni propositi in caso di necessità. Né più nemmeno come oggi si è riaperta la porta alle centrali a carbone a causa della scarsità di metano…
    Se si volesse davvero ridurre l’inquinamento atmosferico dovrebbero parlare di drastica riduzione dei veicoli circolanti, di limite di un’auto sola per una famiglia di 4/5 persone, di forte rilancio delle reti alimentari a Km zero (o quasi), di potenziamento della rete ferroviaria tutta (non solo l’alta velocità !), di uso molto moderato di climatizzatori d’estate e riscaldamento d’inverno (per intenderti case e uffici con non meno di 27 gradi d’estate e non più di 20 gradi d’inverno. Ma mi rendo conto che sto fantasticando già mentre scrivo queste cose…. L’unica consolazione è che quasi certamente nel 2035 non ci sarò più.

  2. Hai scritto :”Ma mi rendo conto che sto fantasticando già mentre scrivo queste cose…”
    Penso invece che tu sia stato moderato perché le cose probabilmente saranno peggiori!
    Diversamente da te io penso di esserci nel 2035!

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.