Adriano Olivetti, un bell’esempio di “uomo”

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Mi sono imbattuto per caso nella storia di Adriano Olivetti e mi sono chiesto: com’è possibile che ho studiato Hegel e non so niente della vicenda di questo grande uomo, industriale e pensatore italiano?!

Vale la pena spendere due parole per un uomo che ha cercato di migliorare la vita delle persone intorno a lui e la società italiana in generale.

Non so se la sua storia è nota a tutti: Adriano rilevò l’azienda di famiglia, che produceva macchine da scrivere, nell’immediato dopoguerra e la trasformò in una fiorente industria riuscendo ad conciliare capitalismo ed impegno sociale.

Egli concepì la sua azienda mettendo al centro le esigenze del lavoratore; costruì gli edifici industriali curando l’ambiente di lavoro, costruì case, scuole e ospedali nelle vicinanze della fabbrica per migliorare i servizi a disposizione degli operai. Si batté per una riduzione dell’orario di lavoro e mise a disposizione dei suoi dipendenti biblioteche, cinema organizzò eventi perché era convinto che fosse necessario arricchire il bagaglio culturale dei lavoratori.

Adriano Olivetti fu un grande umanista che ricordò a tutti gli industriali e a tutti noi che si può essere buoni uomini pur all’interno di una società individualista.

Egli individuò una terza via di organizzazione economica della società che andava oltre il capitalismo puro e oltre il socialismo.

All’interno di una discussione sulla decrescita credo che, la sua, possa rappresentare una figura di riferimento perché l’emblema di un capitalismo responsabile che è ciò di cui la nostra società ha bisogno in questo momento.

Molti accusano la decrescita di volere un ingenuo ritorno al passato che da un lato è impossibile da realizzare e d’altra parte nessuno vorrebbe realmente perché significherebbe la rinuncia a molte comodità che la tecnologia ci ha messo a disposizione; in realtà quello di cui c’è bisogno è l’opera di uomini come Adriano Olivetti capaci di razionalizzare l’attività economica mettendola al servizio della comunità.

Nella sua vita scrisse anche diverse opere sul tema della comunità tema centrale del suo modo di intendere lo stato in senso federalista come insieme appunto di comunità ossia unità territoriali culturalmente omogenee e indipendenti dal punto di vista economico.

Alcuni lo definirono capitalista umanitario altri socialista umanistico. Al di là delle definizioni, ci piace di questo uomo e della sua opera la razionalità, la linearità e la semplicità con cui ha operato nel mondo e nella società del suo tempo cercando di distribuire felicità.

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...sento che il modo migliore per spendere la mia vita è quello di fare qualcosa di buono per i miei simili...e al momento la cosa migliore è quella di risvegliarli dal torpore intellettuale in cui sono stati ridott dalla societa consumistica capitalistica....

1 commento

  1. Che bello averlo ricordato! Negli anni settanta, acquistai la mitica Olivetti lettera 32 , ( che me la coccolavo con gli occhi ) per imparare, come autodidatta, a scrivere a macchina.
    Uomo di grande statura intellettuale e di grande sensibilità!
    “Occorre capire il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa cosa fanno gli altri”
    Non aggiungo altro a ciò che è stato già commentato con molta sensibilità “Ha cercato di distribuire Felicità “

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