Metafora ardita della crescita a tutti i costi?

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Sembra proprio il caso di cominciare a ribellarci al paradigma della crescita come unico sistema per uscire dalla crisi economica, ed in genere come soluzione ad ogni problema. Tale concetto prima o poi si scontrerà (anzi lo sta già facendo) con i limiti materiali e naturali del mondo in cui viviamo. Al giorno d’oggi ormai si propende a dare ai termini “sviluppo” e “crescita” lo stesso significato, quasi fossero sinonimi. Ma ciò è assolutamente sbagliato.
Coloro che sostengono le ragioni della decrescita (o meglio ancora a-crescita) non sono intellettuali snob magari un po’ strambi, bensì persone che riescono a vedere molto più in là del “loro orticello”, ragionando con lungimiranza.
La crescita economica continua e quasi esponenziale prima o poi si rivelerà una follia quale in effetti si trova ad essere, specialmente quando si scontrerà con il rapido deteriorarsi ed esaurirsi delle principali risorse del pianeta, che invece un fine ce l’hanno, eccome se ce l’hanno.
In natura un essere vivente nasce, cresce e si sviluppa secondo un disegno preciso: durante i primi anni di vita (infanzia e gioventù per noi umani) si ha una crescita sorprendentemente rapida e prorompente. Poi segue un periodo di sviluppo graduale, più di qualità che di quantità (l’età adulta con la quale appunto si comincia a maturare). Quindi un periodo più o meno stabile che può prevedere qualche perfezionamento (la maturità), per finire poi con un periodo di declino (la vecchiaia) che può essere più o meno intenso o rapido a seconda dei casi. E ciò fino a giungere alla fine dei propri giorni, come da leggi naturali.
Quando in natura assistiamo invece alla nascita di organismi che si sviluppano in maniera frenetica e virulenta, ingrandendosi sempre di più senza sosta e senza limiti, sapete di cosa si parla? di un carcinoma, che finirà inevitabilmente con il risucchiare la linfa vitale dell’organismo al quale si è attaccato come un parassita impazzito, per finire con il distruggere entrambi.
Vi sembra un po’ esagerata come metafora? Mica tanto, se stiamo a vedere ciò che succede in questi ultimi anni, fra crisi sistemiche, speculazioni ed equilibri che si rovesciano…

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Nato nel 1969 a Pesaro, nel 1988 mi sono diplomato come Perito Turistico e nel ’93 ho completato un corso di Operatore di Marketing per PMI. Dopo quarant’anni vissuti sulla riviera romagnola a Cattolica, mi sono sposato e trasferito nelle Marche a Fermignano, vicino ad Urbino. Entrato molto presto nel mondo del lavoro (più per necessità che per scelta), ho avuto modo di notare con dispiacere che alla medesima domanda, ovvero: “Cosa serve per vivere?” una volta avremmo risposto “Un tetto, cibo ,acqua e la salute”, mentre ora semplicemente “Servono i soldi”. Questa triste constatazione mi ha fatto capire di essere decrescentista già prima di aver conosciuto il termine.

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