Uno spiraglio per Assange?

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Armando Boccone su questo blog ha narrato la drammatica vicenda di Julian Assange, fondatore di Wikileaks detenuto in Gran Bretagna a causa delle coraggiose inchieste che hanno smascherato non pochi segreti e crimini dei potenti del pianeta.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, rispondendo a una domanda in proposito posta da uno studente di un centro professionale in cui era in visita, si è espresso esplicitamente contro un’eventuale estradizione negli USA, dove Assange rischia fino a 175 anni di carcere: “sarebbe bene che i tribunali britannici gli garantissero la necessaria protezione, perché deve effettivamente aspettarsi persecuzioni negli Stati Uniti, in considerazione del fatto che ha tradito segreti di Stato americani“, ha dichiarato.

Ovviamente, nulla lascia intendere che l’Alta Corte britannica, incaricata di decidere del destino del giornalista, si lasci influenzare da queste esternazioni, tuttavia il sostegno pubblico del capo di governo di una delle più potenti nazioni del globo può comunque rivelarsi utile.

Esistono varie petizioni on line in sostegno di Assange, qui riportiamo quella di Amnesty International e rimaniamo in attesa nella speranza di notizie positive. Per ora, nonostante la persecuzione giudiziaria accorsa al suo fondatore, Wikileaks è sempre on line fruibile da tutti gli utenti del Web.

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

8 Commenti

  1. Se i governi e i media europei facessero per lui quello che hanno fatto e scritto per Navalny, Assange potrebbe dormire sonni più tranquilli. Tanto per cominciare chiediamoci perché debba rimanere rinchiuso nel carcere inglese di Belmarsh (è incarcerato lì dall’11 aprile del 2019 !) anziché ottenere i domiciliari…

    • Credo che Belmarsh sia un posto comunque più salubre della colonia penale IK-3 ex gulag sovietico… Posto dove con ogni probabilità un Assange russo finirebbe per molto meno di quello che ha fatto l’Assange originale. In ogni caso, dubito che Assange abbia da invidiare la sorte di uno che hanno già ammazzato.

      • Su quale carcere sia più duro potresti avere ragione, ma il fatto dell’invidia nei confronti di Navalny è un’invenzione tua… estrapolata senza nesso logico dal mio commento…

        • Danilo, i governi europei hanno fatto così tanto per Navalny che alla fine è morto a 47 anni. Ma è tutta la contrapposizione Navalny vs Assange a non avere senso (o meglio, che non dovrebbe avere senso).

  2. Sì, la contrapposizione Navalny – Assange non ha alcun senso, perché il primo è un “dissidente” russo nemico giurato di Putin, ma anche xenofobo, fascistoide, dal passato ambiguo, mentre il secondo è un martire della libera informazione che marcisce in carcere per aver denunciato i crimini della politica, americana e non solo.
    Messi doverosamente i puntini sulle i, Navalny aveva lo stesso diritto di vivere di Assange ed è possibile, anzi probabile, che la sua morte precoce sia stata favorita da disumane condizioni carcerarie. Ed a proposito di condizioni carcerarie chi te l’ha detto che il carcere inglese di Belmarsh sia più “umano” della colonia penale russa IK-3 ? Hai per caso visitato personalmente le due istituzioni penali o parli a sentimento ?

    • No, non ci sono stato personalmente. E ti devo confessare un’altra cosa: non sono mai stato neppure a Guantanamo, Abu Ghraib o nei carceri speciali israeliani dove viene detenuto chiunque sospettato di appartenere ad Hamas o milizie palestinesi. Anche in quel caso parlavo ‘a sentimento’ (cioé mi affidavo a fonti come Amnesty International o Human Right Watch – specialmente la seconda – di cui avevo apprezzato l’onestà intellettuale nel rilevare violazioni dei diritti umani e crimini di guerra di USA, Israele e paesi occidentali). Eppure, quando ho denunciato l’orrore di quelle strutture detentive ricevevo l’applauso delle persone come te che ora mi chiedono di fare San Tommaso se oso muovere rilievi alla Russia di Putin…

  3. Non come me. Alla Russia di Putin si possono muovere tutti i rilievi del mondo se lo si fa con cognizione di causa e non per deformazione ideologica. Possibilmente anche facendo un giro nei territori della federazione come ha fatto Alessandro Di Battista. Neanche sostenendo il primato del democratico occidente che a dispetto dei paesi autocrati sarebbe sempre pronto a difendere la libertà e la democrazia, parole che avverto sempre più scollate dal loro valore semantico. Anche perché il democratico occidente nei confronti di Assange si sta comportando in maniera vergognosa e non credo che, almeno con te, ci sia bisogno di ricordare le false accuse montate a suo carico e poi decadute e l’accanimento punitivo messo in atto, oggi dall’Inghilterra, per compiacere il cugino d’oltre oceano.

    • E’ un ragionamento meramente tautologico, nel senso che nessuno deve essere giudicato su base ideologica, si tratti della Russia, di Putin o di chicchessia. Del resto, quando a suo tempo ho accusato Clinton, Blair, Bush, Sharon, ecc c’era sempre qualcuno che mi accusava di farlo “per ragioni ideologiche” (è sempre un buon modo per gettare stigma sull’interlocutore evitando di replicare nel merito). Per quanto mi riguarda, la mia ‘ideologia’ (cioè i miei valori e il mio metodo per cercare di capire la realtà ed esprimere giudizi argomentati) non è cambiato nel frattempo e, tra la mia miriade di difetti, non ci sono i doppi standard morali (per tale ragione mi sono genuinamente scandalizzato sia per Assange che per Navalny). Nella tua coscienza Danilo ci sei tu e non io, quindi non mi permetto di giudicarla. Ribadisco solo quanto già scritto: quando mi è capitato di condannare le atrocità di Guantanamo o di altri inferni carcerari occidentali ho sempre ricevuto al massimo il tuo plauso, non certo provocazioni del tipo “ma tu ci sei stato per parlare?” come fai ora.

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