Nell’antro del vampiro…. (1)

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Indugiamo un po’, prima di entrare, io e la mia amica R., chiedendoci come dovremo comportarci una volta dentro. Era già da un po’ che ci eravamo proposti di farlo, di varcare le mura oscure e misteriose di una delle numerosissime sale slot – vlt della mia città, che negli ultimi anni stanno proliferando come funghi nei boschi. Per farci un’idea di che ambiente sia, visto che tanto ne abbiamo parlato di recente. Lasciamo giacche e zaini da passeggio nel bagagliaio dell’auto e ci muniamo di rossetto rosso, convinte che per attirare l’attenzione di qualcuno e avendo le slot machine come concorrenti, quella sia l’unica arma possibile. E invece dentro la sala è semi vuota, due o tre cinesi che spostano sedie e ci offrono un caffè e una coppia giovane inchiodata davanti ad una macchinetta. Lei, sulla trentina, forse meno, con giubotto e coda di cavallo, in adorazione di una slot; lui, presumibilmente il fidanzato, le gira intorno, con una sigaretta accesa. Nelle sale slot si può fumare e ti offrono il caffè. Noi, sedute al bancone ci guardiamo intorno: stanza buia, pareti rosse scure, e macchinette illuminate da lucine colorate sempre in movimento, da rimbambirsi. Una fotografia, mi immagino, di quello che potrebbe essere l’animo di un giocatore abituale: scintille colorate ed invitanti sullo sfondo di una scatola scura e senza uscita.

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Scegliamo una delle varie slot e proviamo a giocarci l’euro che non abbiamo speso per il caffè. Passa un buon quarto d’ora in cui cerchiamo disperate di capire “le regole”. Era sufficiente premere un pulsante e fare scorrere i frutti sullo schermo, mentre noi ci ostinavamo per capire se ci fossero “mosse” migliori di altre…ma l’unico arbitrio che ci era possibile esercitare era quello di aumentare la puntata e inserire un altro euro a partita terminata. Terminato l’euro (senza vincita alcuna, ovviamente) proviamo ad avvicinarci alla ragazza che gioca, le chiediamo se possiamo guardare come funziona. Lei ci risponde gentile, acconsente. “E’ un gioco un po’ imbecille, però…” ci dice, mentre continua a premere incessantemente un pulsante che fa scorrere delle immagini con vampiri, pipistrelli, calici, donnine, e non so cos’altro. Continua a premere, noi continuiamo a guardare le immagini scorrere, ogni tanto sentiamo al fanfara di una piccola vincita di punteggio che permette di continuare la partita. La ragazza ogni tanto si sforza di spiegarci qualche regola, qualche trucco….aumentare la puntata permette di vincere di più, quando esce un tris di un certo tipo vale molti punti ecc. Il ragazzo le chiede di andare via. Lei risponde di sì, finisce la partita, inserisce un altro euro, perde, ne mette un altro, perde di nuovo, continua ad inserire – uno dopo l’altro – una cascata di euro che la macchinetta aveva forse prima elargito. “A farti perdere ci mette così poco, per vincere invece….”, dice. Le diamo ragione, ovviamente. “Stasera si è proprio bloccata” aggiunge, come per giustificarla. Continua ad inserire euro, mentre il fidanzato torna a chiederle di andare via. “Stasera mi fa tribolare”. Già. Il battito sul pulsante si fa sempre più nervoso. Nel frattempo mi chiedo se mi sarei sognata la notte tutti quei vampiretti che rotolano vorticosi sullo schermo. In un angolo sulla destra, in basso, scorre indisturbata una scritta bianca: “Hai superato i limiti di tempo e denaro che hai impostato”.

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La ragazza finisce i soldi, alza le spalle, abbandona la sedia, ci guarda e ci congeda dicendoci: “Buona fortuna!”. Esce. Noi ci guardiamo. Guardiamo l’orologio: dal nostro arrivo era passata quasi un’ora. Abbiamo in mano un euro, lo rimettiamo in tasca, usciamo. Sulla macchinetta è raffigurato un Vampiro.

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Sono nata e vivo a Carpi (Mo). Mi sono laureata nel 2012 in lettere moderne presso l’università di Parma con una tesi su "Gomorra" di Roberto Saviano; attualmente sto completando gli studi in Italianistica all’università di Bologna. Spero di poter lavorare come insegnante presso le scuole superiori.

1 commento

  1. La ricerca dello straordinario e i paradisi artificiali
    Penso che ciò caratterizza l’uomo sia la ricerca dello straordinario, del superamento della vita quotidiana.
    La piattezza della vita quotidiana uccide: “Datemi un sogno in cui vivere , perché la realtà mi sta uccidendo” diceva Jim Morrison, cantante dei Doors
    Nella storia sono stati diversi i modi in cui l’uomo ha cercato di superare la vita quotidiana: le religioni, l’arte, le droghe e una varietà di altre tecniche.
    Fra le “altre tecniche” abbiamo il gioco d’azzardo e l’acquisto compulsivo.
    Il gioco d’azzardo potrebbe considerarsi una droga. Come la droga provoca uno stato alterato della coscienza. Si vivono sensazioni straordinarie. Penso che il motivo sia che con una grossa vincita si possano fare cose straordinarie.
    Però esistono tre grossi problemi!
    Il primo è che prevalgono le grosse perdite e non le grosse vincite.
    Il secondo problema è che le grosse vincite (da quello che ho sentito sempre dire) portano solamente a disastri personali e familiari.
    Il terzo problema è che alle persone che soddisfano adeguatamente i propri bisogni una grossa vincita non le porta a stare meglio, a essere più sereni, più soddisfatti.
    Penso che il più grande problema del mondo attuale (in cui sono stati raggiunti livelli di conoscenze e capacità impensabili fino a qualche decennio fa) sia la ricerca della straordinarietà senza gli inconvenienti dei modi che finora sono stati sperimentati.
    Giulia, ti faccio i miei complimenti per la ricerca che hai fatto: è questo il modo in cui si dovrebbe procedere prima di fare qualsiasi affermazione su un tema!
    Ciao
    Armando

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