Vacanze e decrescita

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Ogni estate, in agosto, io e la mia compagna andiamo a trascorrere una ventina di giorni di vacanze al mio paese di nascita. Uso il termine “vacanze” forse perché prima di lavorare in un istituto previdenziale, dove ancora lavoro, ho fatto l’insegnante per una quindicina di anni.
Nel mio paese di nascita, da alcuni anni, alloggiamo nella vecchia casa dove ho vissuto con la mia famiglia fino a quando sono andato via all’università. Durante gli anni dell’università tornavo d’estate al paese per lavorare.

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Foto 1 La mia casa è quella sulla destra dove c’è la buchetta delle lettere. Si notino i tubi di ferro dell’acquedotto sistemati nell’incavo fra strada e marciapiede

La casa di famiglia ormai è disabitata, salvo appunto per quella ventina di giorni d’estate in cui io e la mia compagna andiamo a trascorrere una ventina di giorni di vacanze.
Ho sempre approfittato di questo periodo di vacanze che trascorro nel paese di nascita per fare delle ricerche. Una di queste ricerche l’ho riproposta qualche settimana fa su questo blog ( http://www.decrescita.com/news/il-problema-dellacqua/ ).

Con questo articolo intendo parlare di tre cose che in un modo o nell’altro interessano la decrescita e che sono collegate alle vacanze che faccio al mio paese di nascita: intendo parlare dell’acqua calda solare, dell’aria fresca naturale e della cucina cinese.

Acqua calda solare
Durante le vacanze estive si va al mare oppure si fanno dei giri nel territorio circostante. Ovviamente bisogna farsi la doccia ogni giorno. La casa dispone di un piccolo scaldabagno elettrico. D’estate fa molto caldo per cui è bene che la casa in cui si abita sia fresca.
Ma quanto si consuma in elettricità per scaldare l’acqua per farsi le docce e per avere la casa fresca?
Finora non abbiamo consumato nemmeno un kWh! Non abbiamo mai acceso lo scaldabagno! … e non abbiamo per niente né un condizionatore d’aria né un ventilatore!
Per quanto riguarda l’acqua calda la spiegazione è la seguente. Come si vede nella foto di sopra l’acqua che arriva in casa scorre in tubi di ferro che sono disposti sulla strada nell’incavo con il marciapiede. Dalle 09.00 di mattina fino alle 17 di pomeriggio su quei tubi batte il sole per cui da verso le 10.30 circa l’acqua già è calda e adatta per farsi la doccia.
Esiste però un problema: da dopo le ore 13.00 circa l’acqua è troppo calda e non è utilizzabile per farsi la doccia e nemmeno per lavare i piatti! A questo inconveniente ovviamo con la tecnologia: misceliamo l’acqua calda che arriva direttamente dai tubi con l’acqua fredda dello scaldabagno…da tenere ovviamente rigorosamente spento!!
Lo scaldabagno non è grande per cui succede che chi si fa la doccia per prima (e sono quasi sempre io a farla per prima) utilizza quasi tutta l’acqua fredda (la mia compagna spesso mi rimprovera perché non le lascio abbastanza acqua fredda). Ovviamente l’acqua fredda che proviene dallo scaldabagno viene rimpiazzata dall’acqua calda che proviene dall’esterno per cui una volta esaurita l’iniziale acqua che stava nello scaldabagno non ha più senso miscelare l’acqua calda con quella fredda: è sempre calda!

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Foto 2 Lo scaldabagno elettrico (dovrebbe avere una capacità di 15-20 litri)

Questo problema si pone quando si rientra a casa per l’ora di pranzo perché quando si rientra nel tardo pomeriggio (per esempio verso le 19) allora basta usare solamente l’acqua fredda (cioè quella che proviene direttamente dall’esterno e che è calda). Anche se il sole non batte più sui tubi il calcestruzzo della strada è talmente caldo che riscalda l’acqua che proviene dall’esterno e ci consente senza difficoltà di farci la doccia con acqua calda-tiepida.

Aria fresca naturale
Come si diceva d’estate fa molto caldo per cui è bene che la casa sia fresca.
Per avere la casa fresca non abbiamo consumato nemmeno un kWh: infatti non abbiamo il condizionatore d’aria e nemmeno un ventilatore.
La casa è sempre fresca per tanti motivi. Il primo motivo è che i muri della parte anteriore della casa sono spessi 70 cm; inoltre ai fianchi sono addossate altre case, sopra c’è un’altra casa e la parte in fondo alla casa è scavata nel terreno. Per finire le case sono dipinte con calce bianca sia all’esterno che all’interno.
Forse sarà per i motivi suddetti se in casa non ci sono mai state zanzare (per la precisione l’anno scorso per la prima volta ne abbiamo avuto qualcuna).

Cucina cinese
Per cucina cinese non è da intendersi il modo cinese di preparare il cibo ma il posto (la Cina in questo caso) in cui è stata prodotta l’apparecchio con fornelli elettrici di cui ci siamo serviti negli ultimi anni per cucinare.
In passato, quando la casa era sempre abitata, c’era una cucina a gas, con il gas che veniva fornito dalla bombola. Dato che per tutto l’anno la casa è disabitata abbiamo ritenuto opportuno dismettere la cucina a gas e utilizzarne una elettrica.
Tre anni fa andai in un centro commerciale a Bologna (è la città dove vivo) e acquistati una cucina elettrica. La pagai circa 80/90 €. Era made in China.
Dopo due anni e mezzo di utilizzo (che praticamente significa 20 giorni per ogni estate per cui è stata utilizzata per circa 50 giorni complessivamente) uno dei due fornelli ha smesso di funzionare. Inizialmente pensavamo di farla riparare ma poi abbiamo deciso (chissà quanto avremmo pagato e chissà se ci sarebbero stati i pezzi di ricambio!) di metterla da parte in fondo alla casa e di comprarne un’altra. L’acquisto questa volta l’abbiamo fatto in paese: il titolare del negozio in cui la comprammo disse che era made in Italy ma poi scoprimmo che così non era (mi pare che il marchio fosse un vecchio marchio italiano di cucine ma che la produzione fosse made in China).
Un chiarimento relativo al made in China: che un prodotto sia fatto in Cina non vuol dire che debba essere di bassa qualità; in Cina sicuramente fanno anche cose di qualità ma il riferimento al made in China è relativo a un modo di produrre che riguarda non solamente questo Paese ma buona parte del mondo e che si basa su quel feticcio che è il PIL (prodotto interno lordo): questo significa che bisogna produrre cose che devono durare poco in modo da acquistarne subito altre; si parla di beni a obsolescenza programmata; alcuni beni inoltre vengono fatti in modo che non si possano riparare.
Ma per quanto tempo potrà durare questa tendenza allo sviluppo continuo dell’economia?
Purtroppo non si può avere uno sviluppo illimitato in un Mondo che è limitato: ho l’impressione che “qualcuno-qualcosa” prima o poi presenterà un conto salato che non potremmo non pagare!

Comunque sia…buone vacanze!

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Sono nato in Lucania nel lontano 1951 e abito a Bologna da circa trent’anni. Ho sempre avuto interesse, da più punti di vista, verso i “destini” (sempre più dialetticamente interconnessi) dell’umanità: da quello dei valori culturali che riempiano l’esistenza a quello delle condizioni materiali di vita (dall’esaurimento delle risorse naturali ai cambiamenti climatici, ecc.). Ho visto nel valore della “decrescita” un punto di partenza per dare un contributo alla soluzione dei gravi problemi che l’umanità ha di fronte.

4 Commenti

  1. È un piacere leggere quello che scrive soprattutto se si tratta di situazioni in cui si è vissuti. Sono lucana anch’io e sono molto curiosa di sapere qual è il suo paese di nascita! Buone vacanze in Lucania!

    • Ciao Luciana
      Il paese si chiama Pisticci, in provincia di Matera. E’ distante una ventina di Km dal mare Jonio e si trova su una collina.
      Armando

  2. Grazie mille x aver risposto…conosco Pisticci anche se abito in provincia di Potenza. È davvero un piacere leggerti….felice di averti scoperto!

  3. Una ulteriore considerazione
    Due diversi modi di ragionare
    Da quando, più di due secoli fa, iniziò il consumo, via via sempre più massiccio, dei combustibili fossili, si è instaurato un certo modo di ragionare. Ormai il consumo per il consumo è diventato il valore fondamentale del nostro modo di vita. “Consumo quindi sono” si potrebbe dire parafrasando il famoso detto di Cartesio. Se non ci sarà una sostituzione di questo modo di ragionare con un altro basato sulla decrescita allora si arriverà alla catastrofe.
    Vediamo di applicare questi due diversi modi di ragionare alle vicende di cui parlo nell’articolo.
    Negli ultimi giorni di vacanze siamo andati al mare di pomeriggio e ci trattenevamo un po’ più del solito. Tornavamo a casa verso le 20-00-20.30. A quell’ora l’acqua calda-tiepida naturale contenuta nei tubi non sarebbe bastata per fare due docce, una per me e l’altra per la mia compagna.
    Una soluzione sarebbe stata di accendere lo scaldabagno prima di uscire in modo da utilizzare l’acqua che si sarebbe scaldata in aggiunta a quella calda-tiepida naturale proveniente dall’esterno. Questo sarebbe stato il modo di procedere derivante dall’uso abbondante e a buon mercato dei combustibili fossili.
    Ma ho individuato un modo diverso di procedere: prima di uscire aprivo il rubinetto dell’acqua calda (che ovviamente era fredda visto che lo scaldabagno era spento) facendola scorrere fino a quando arrivava quella calda (che a quell’ora è quasi bollente) proveniente dall’esterno; lo scaldabagno l’avrebbe con facilità tenuta calda fino alla sera quando saremmo rientrati: in aggiunta a quella tiepida dei tubi sarebbe bastata per due docce.
    Questa soluzione è facilissima …se si pensa in modo diverso e ci si nutre di valori diversi.
    Armando

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