La “gente” siamo noi

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E’ uno scandalo! Stamattina in centro c’è voluta un’ora per fare due chilometri in macchina, roba da matti! Ma tutta ‘sta gente non ha altro da fare oggi? Che andassero in bici!”

“Ma com’è possibile che il supermercato stamattina (sabato) sia così pieno? Per caso deve scoppiare una guerra atomica e sono tutti a fare scorte per i rifugi? Già trovare un carrello è stata un’impresa, per girare fra le corsie ci si sgomita e alla cassa c’è una fila che non ti dico…”gente

Alzi la mano chi non si è mai trovato a farsi domande del genere, almeno qualche volta nella vita.

Spesso tendiamo più o meno inconsciamente a considerare noi stessi come entità staccate dal resto della gente, quasi fossimo noi al centro di tutto ed il resto dovesse girare intorno a noi. Un pò di sano egoismo e uno spruzzo di egocentrismo possono aiutare, certo. Il problema però è che al giorno d’oggi facciamo fatica ad accettare il fatto di essere persone normali, consideranolo quasi un’onta alla nostra persona. Ed ecco che occorre fare a tutti i costi gli originali, dimenticandosi invece che – come cantava Lucio Dalla – “La cosa davvero eccezionale è essere normale”.

Abbiamo difficoltà a considerarci parte di una comunità, e così un eccessivo individualismo rischia di renderci la vita di tutti i giorni più difficile, cosicchè ci rintaniamo nelle nostre calde casette sempre più piene di costosi gadget elettronici, moderni sostituti tecnologici dei rapporti umani ed interpersonali, dimenticando che fuori c’è un mondo pieno di altre persone in carne ed ossa come noi.

Quindi, cosa ci faceva stamattina tutta questa gente in auto, al punto che ci è voluta un’ora per fare due chilometri? Faccio prima a chiedelo a me stesso, visto che ho avuto la stessa brillante idea di tanti altri automobilisti (magari con la bici era meglio), e mi sono infilato in quel bel ingorgo. Per quale motivo il supermercato è pieno zeppo di gente all’affannata ricerca di vettovaglie il sabato mattina? Per lo stesso motivo per cui ci sono andato io con la moglie e la bimba seduta sul carrello.

Ognuno di noi ha la propria personalità e le sue caratteristiche, ed è una cosa bella perchè altrimenti saremmo come una esercito di soldatini inquadrati e vestiti con la stessa divisa. Ed è pure vero che senza la spinta di tante persone illuminate e determinate a perseguire un loro piccolo o grande sogno, dovremmo fare a meno di tante conquiste materiali e sociali.

Ogni tanto però fa bene ricordarsi che “La gente siamo noi“.

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Nato nel 1969 a Pesaro, nel 1988 mi sono diplomato come Perito Turistico e nel ’93 ho completato un corso di Operatore di Marketing per PMI. Dopo quarant’anni vissuti sulla riviera romagnola, mi sono sposato e trasferito nelle Marche. Entrato molto presto nel mondo del lavoro (più per necessità che per scelta), ho avuto modo di notare con dispiacere che alla medesima domanda, ovvero: “Cosa serve per vivere?” una volta avremmo risposto “Un tetto, cibo ,acqua e la salute”, mentre ora semplicemente “Servono i soldi”. Questa triste constatazione mi ha fatto capire di essere sostenitore della decrescita già molto tempo prima di aver conosciuto il termine.

4 Commenti

  1. Ecco, hai usato la parola “normale”.
    In senso statistico la normalità afferisce alla “curva di Gauss”.
    E’ una curva simmetrica, con due flessi che tende asintoticamente a zero.
    Nella curva normale standardizzata media, moda e mediana coincidono ed occupano il centro della distribuzione.
    Se hai chiaro come la maggior parte dei fenomeni sociali siano spiegabili con questa curva, allora non incapperai nelle code al supermercato e, con buona probabilità, nemmeno nel traffico delle ore di punta.

    Io, quando mi alzo tardi, sono in piedi alle sei ( spesso alle cinque)e alle 21:30 sono a nanna.
    odio gli affollamenti, per cui mi piace arrivare per primo, evitare le code.
    Poi, come dice il proverbio “le ore del mattino hanno l’oro in bocca”.
    Di buon’ora penso all’orto, al giardino di casa.
    Nelle ore piu’ calde della giornata lavoro in casa oppure leggo, studio…..
    Sono nella fortunata condizione di potermi organizzare la vita come voglio.
    E’ per questo che, per undici mesi all’anno, sono l’unico abitante della mia frazione.
    Beata solitudo……..
    Non posso cambiare la società; anzi: ci ho proprio rinunciato.
    Almeno, però, posso disporre della mia vita, dei miei spazi, per quanto dipende da me.
    Dunque viva gli uccellini che cinguettano e abbasso la pazza folla.

    • Caro Raffaele, trovo molto interessante lo spaccato della tua vita che hai condensato nel tuo commento, e devo essere sincero, non credo di avere la forza di fare una scelta “tranquillamente radicale” come la tua; lo ammetto. Per quanto riguarda la “curva di Gauss” mi hai incuriosito al punto che vedrò di saperne di più.
      Saluti, Mirko

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