OGM: il re è nudo? – Seconda parte

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Premessa – Prima parte

ORA E SEMPRE, RESISTENZA!

Recita una frase attribuita a John Fitzgerald Kennedy: “Il grande nemico della verità molto spesso non è la menzogna: deliberata, creata ad arte e disonesta; quanto il mito: persistente, persuasivo ed irrealistico”. L’apologia della crescita economica e del produttivismo – almeno quella più avveduta – rispecchia esattamente tale impostazione: si accatastano tante luminose mezze verità (persone sfamate, malattie debellate, progressi sociali, ecc.) lasciando nell’ombra tutto quanto possa rovinare il quadro idilliaco (sfruttamento di interi popoli, consumo insensato di risorse, distruzione della biosfera, ecc.). La difesa degli OGM non si discosta da tale schema.

Finché ci si limita a frasi come “gli OGM hanno permesso di ridurre l’uso di pesticidi”, “da quando sono impiegate le sementi transgeniche è diminuito il consumo di fitofarmaci”, non si può parlare di vere e proprie bugie. Per quanto riguarda gli insetticidi, siamo di fronte a dati di fatto innegabili, ecco ad esempio il trend statunitense:

pesticidi-usa E’ tuttavia altrettanto incontestabile che alcune nazioni, vedi la Francia, senza OGM sono riuscite a ridurre drasticamente il ricorso a tali input; dal 1995 a oggi, addirittura del 75%.

pesticidi FranciaFonte: FAOSTAT

Inoltre, alcune varietà hanno colmato nel corso del tempo il gap prestazionale che le separava da quelle modificate per incorporare nel DNA la tossina bacillus thuringiensis (BT).

pesticidi-adopter-non-adopterSono migliorate le tecniche non legate alla transgenesi o semplicemente si è affievolita la virulenza delle parassitosi? Oppure la pratica di circondare le colture BT con altre non-BT – favorendo l’incrocio tra specie resistenti e non resistenti alla tossina, indebolendo conseguentemente le progenie di parassiti – si è rivelata vincente? Impossibile dirlo senza dati approfonditi; in ogni caso, finché si tratta di insetticidi, i sostenitori degli OGM possono dormire sonni abbastanza tranquilli (almeno in Nordamerica).

Tuttavia, lo scenario cambia radicalmente quando le sementi high tech devono far fronte alle infestazioni di origine vegetale, essendo i ritmi di modificazione genetica nelle piante più rapidi che nel regno animale. La minaccia dei super-insetti sembra ancora lontana, ma le super-erbacce hanno già fatto ampiamente parlare di sé, ragion per cui il ricorso agli erbicidi è ben lungi dall’essere calato, anche negli USA.

erbicidiIl risultato del mais può sembrare consolante, in realtà rappresenta una cocente sconfitta per la qualità HT (high tolerance, elevata resistenza agli erbicidi), avendo oramai perso il vantaggio competitivo con quelle non-HT.

corn-ht-no-htNeppure la soia HT se la passa troppo bene. Benché, a parità di superficie coltivata, vanti  una resa superiore dell’12% rispetto alla varietà non-HT, richiede quasi il 30% in più di input. (1)

soia-htNell’immaginario collettivo spesso ‘erbicida’ è sinonimo di ‘glifosato’, il principio attivo del Roundup, prodotto commerciale ex brevetto Monsanto leader tra i diserbanti. Le critiche alle sementi transgeniche e al glifosato sono frequentemente marciate di pari passo – anche perché su entrambe incombe la longa manus di Monsanto – con il risultato di concentrarsi sulle strategie commerciali della multinazionale statunitense a discapito di una comprensione complessiva del problema. Come documentato da un articolo pubblicato su Nature, non solo il glifosato ma tutti i principali erbicidi stanno patendo l’aumentata aggressività delle erbe infestanti. (2)

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Molti genetisti, agronomi ed entomologi sostenitori della transgenesi ammettono l’esistenza del problema, ma sono convinti che la soluzione consista semplicemente nell’ampliare la gamma di prodotti da irrorare, riducendo così le probabilità di originare parassitosi resistenti. Tale atteggiamento riflette l’ostinazione agroindustriale nel perseguire caparbiamente la monocoltura contro la tendenza naturale alla biodiversità, in una eterna lotta dove, ogni volta che si aggira l’ostacolo, si urla “vittoria!” fino all’insorgere di nuove (quanto prevedibili) problematiche che costringono a stanziare miliardi di dollari in ricerca (3) per escogitare ritrovati sempre più potenti e a rischio di effetti collaterali.

Nella prossima punta analizzeremo le prestazioni delle sementi OGM al di fuori degli USA.

Fonte immagine in evidenza: pixabay.com

(1) I sostenitori degli OGM replicherebbero che è meglio impiegare maggior quantità di glifosato anziché un mix più contenuto di erbicidi alcuni dei quali, però, sicuramente dannosi per la salute umana e l’ambiente. Comunque, la sicurezza sanitaria del glifosato – probabilmente cancerogeno, secondo la IARC – è tuttora argomento controverso.

(2) Altre fonti testimoniano che le aree infestate da piante resistenti al glifosato sono costantemente aumentate anche nel 2012-13.

(3) Non è un’esagerazione: per realizzare una fabbrica di Dicamba, erbicida nelle intenzioni di Monsanto destinato a rimpiazzare il glifosato, la società statunitense ha investito un miliardo di dollari; senza contare le spese per le sementi tolleranti a questo nuovo ritrovato.

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

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