Antropologia di The Floating Piers

Alla ricerca dello straordinario

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Presentazione
Questo lavoro intende ricercare il significato sociale e culturale di quell’evento popolare che si potrebbe denominare The Floating Piers, in riferimento al nome dato alle passerelle fluttuanti installate sul lago d’Iseo a opera dell’artista bulgaro-americano Christo Vladimirov Yavachev e alla notevole affluenza di pubblico che ha fruito di questa opera.
L’analisi consisterà nell’individuare in tale evento la ricerca di straordinario, la ricerca cioè di qualcosa che porta al superamento della vita quotidiana, la ricerca di sensazioni psico-fisiche straordinarie appunto!
Questo lavoro cercherà di tenere sullo sfondo quanto hanno scritto i giornali, i giudizi dati da persone dello spettacolo e della politica e ciò che hanno detto i critici e storici dell’arte (al limite se ne farà qualche accenno!). Si utilizzerà come materiale su cui basare l’analisi solamente i giudizi di coloro che hanno partecipato all’evento così come sono stato espressi nelle recensioni trovati su Tripadvisor alla voce Lago d’Iseo e su Google alla voce The Floating piers (visionabili ai seguenti indirizzi:
https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g194783-d246676-r385166417-Lago_d_Iseo-Iseo_Province_of_Brescia_Lombardy.html e
https://www.google.it/?gws_rd=ssl#q=The+floating+piers&lrd=0x478163572a351ff5:0x43864a622d92296c,1, ) (CTRL+clic per aprire il collegamento)
Ovviamente questo lavoro è da vedersi solamente come un contributo alla comprensione del fenomeno in questione.

lav. prep. da httpwww.thefloatingpiers.compreparatory-works
Foto 1 Bozzetto preparatorio di The Floating piers

Trattazione
Perché questa analisi culturale in un blog denominato Decrescita felice social network?
In un altro lavoro, a cui detti il titolo “Il futuro straordinario”, indicavo nella ricerca dello straordinario, nel superamento della vita quotidiana, il senso della vita umana. (il lavoro è raggiungibile al link http://www.decrescita.com/news/il-futuro-straordinario/ ) (CTRL+clic per aprire il collegamento)
Nel lavoro a cui ho fatto riferimento scrivevo:
“Lo straordinario è ciò che l’uomo ha cercato, contemporaneamente e dialetticamente, con l’attività economica (con cui si ottengono beni e servizi con cui soddisfare il più adeguatamente possibile e per tempi più lunghi possibile alcuni bisogni umani), con la religione (con cui si cerca un rapporto col sacro, con qualcosa che va oltre l’ordinario, con qualcosa appunto di straordinario), con le arti (con cui si cerca la bellezza; si cerca la bellezza nella natura, tramite la natura e andando oltre la natura: si pensi alle pitture rupestri, risalenti a decine di migliaia di anni fa, delle grotte paleolitiche spagnole, francesi, del nord Africa e dell’Australia), con le droghe (soprattutto con gli allucinogeni, il cui uso è attestato da molti millenni e con cui si fa esperienza di condizioni psico-fisiche straordinarie, che vanno dall’annullamento all’esaltazione), e con varie altre modalità. Questi modi sono stati utilizzati quasi sempre contemporaneamente (si pensi alla religiosità che impregna l’attività economica), si pensi all’arte che impregna le chiese (dipinti, sculture, architettura della stessa chiesa, canti e musica durante le funzioni religiose) o all’uso di droghe durante le cerimonie religione oppure all’uso di bevande alcoliche e marijuana durante i concerti rock o di altre droghe nelle discoteche). Sembra però che adesso, almeno in riferimento alla maggioranza della popolazione, sia il consumo per il consumo, il gioco d’azzardo e il possesso di animali da compagnia a svolgere un ruolo importante nel tentativo di superare la piattezza della vita quotidiana e raggiungere lo straordinario (ovviamente parlo soprattutto del mondo sviluppato, perché in molte parti del mondo ci si approvvigiona con difficoltà di acqua e di cibo).
L’obiettivo dell’uomo quindi è il continuo superamento della piattezza delle determinazioni spazio-temporali della vita quotidiana, da quelle che mettono in forse la continuazione della specie a quelle che impediscono un adeguato soddisfacimento dei bisogni alimentari e di buona salute, per finire alla modificazione delle determinazioni spazio-temporali, a esperienze psico-fisiche straordinarie, che vanno dalla esaltazione all’annullamento.
……
Il processo storico-culturale attualmente attraversa un momento particolare che richiede una risposta epocale. Gli anni settanta del XX secolo possono considerarsi una età assiale, cioè un periodo che segna una cesura con quanto avvenuto fino a quel momento. La realtà finora è andata incontro a una continua crescita che è stata quantitativa e qualitativa. L’aumento della massa critica in ogni settore della realtà umana ha portato a una crescita non solo cumulativa ma anche qualitativa e alla fine a un miglioramento delle condizioni di vita (anche se con molte differenze nelle varie parti del mondo). Ciò però non è più possibile a fronte dei limiti alla crescita di cui si è presa coscienza a partire dagli anni settanta del XX secolo. E’ in questo decennio che si è preso coscienza della nuova realtà che si è creata agli inizi della seconda metà del XX secolo con lavori come, per esempio, “The Entropy Law and the Economic Process”, la principale opera di Nicholas Georgescu-Roegen e “I limiti dello sviluppo” di un gruppo di scienziati del MIT di Boston.
Il Rapporto sui limiti dello sviluppo (dal libro The limits to growth, I limiti dello sviluppo, di Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e Williams Behrens III che fu commissionato dal Club di Roma) predisse, nel caso le tendenze allora esistenti fossero rimaste inalterate, le conseguenze della continua crescita della popolazione, della produzione agricola e industriale e del connesso inquinamento, sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana: entro i successivi cento anni si sarebbe avuto un crollo improvviso della popolazione umana, della produzione industriale e agricola e un degrado delle condizioni di vita dell’umanità (studi successivi hanno confermato le previsioni del Rapporto anche se hanno spostato l’importanza dall’esaurimento delle risorse naturali alla degradazione dell’ambiente, soprattutto in merito ai cambiamenti climatici).
Approssimativamente si può dire che fino a tutti gli anni sessanta del XX secolo che la storia umana ha mirato al maggiore soddisfacimento dei bisogni umani con una sempre maggiore popolazione, sviluppo tecnologico-scientifico, consumo di risorse naturali e, di conseguenza, sempre maggiore produzione sia complessiva che pro-capite.
….
La situazione che si è creata richiede una risposta adeguata e penso che, in alcuni casi, bisognerà porsi l’obiettivo di elaborare nuove modalità di ricerca e sperimentazione dello straordinario e, in altri casi, di rivedere le vecchie modalità finora sperimentate: bisognerà sostituire la crescita economica (vecchia modalità di ricerca dello straordinario) con la decrescita (nuova modalità di ricerca dello straordinario); gli altri vecchi tentativi (tuttora esperiti e che vanno dalle religioni, alle arti e alle droghe, ecc.) dovranno essere rivisitati o sostituiti con nuovi tentativi, con nuove “tecniche” che tengano conto dell’attuale momento storico-culturale.
E’ necessario cercare in ogni momento della vita quotidiana qualcosa che superi la vita quotidiana stessa e ci faccia entrare in una realtà diversa e superiore, che ci metta in contatto con qualcosa di altro, qualcosa che, sebbene esile come il sogno, riempia la vita.”

Come si legge in questi passi che ho riportato del lavoro a cui ho fatto riferimento è molto chiaro il motivo per cui si tratta del fenomeno di The Floating Piers nel blog Decrescita felice social network: la decrescita fa parte del nuovo straordinario che dobbiamo creare ed essa è necessariamente e dialetticamente inseparabile dagli altri nuovi e straordinari valori culturali che dovranno riempire in futuro la nostra vita.

opera completa httpwww.thefloatingpiers.com#introduction (2)
Foto 2 Immagine dall’alto di The Floating Piers ultimato

Storia e realizzazione di The Floating Piers

Prima di analizzare il fenomeno The Floating Piers dal punto di vista antropologico-culturale è bene indicare alcune caratteristiche dell’opera e i vari momenti in cui si è articolata tutta la storia, dalla sua ideazione fino alla concreta realizzazione. I dati che in questa esposizione si utilizzeranno sono stati tratti l’08 luglio 2016 dalla voce The Floating Piers in Wikipedia all’indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/The_Floating_Piers ) (CTRL+clic per aprire il collegamento)

The Floating Piers[1] è stata un’installazione artistica temporanea dell’artista Christo, concepita come una passerella che attraversa le sponde del lago d’Iseo.”
“L’opera era costituita da una serie di passerelle installate sulla sponda bresciana del lago d’Iseo, che permettevano ai visitatori di camminare appena sopra la superficie dell’acqua da Sulzano, sulla terraferma, sino alle isole di Monte Isola e San Paolo, dal 18 giugno al 3 luglio 2016.[2]
Le passerelle galleggianti sono state realizzate con circa 200.000 cubi[3] di polietilene ad alta densità e ricoperte da 100.000 metri quadrati di tessuto[4] giallo brillante.
La particolarità di questo tessuto, di tonalità oro rosso, è che cambia sfumatura di colore a seconda che sia asciutto, umido, in ombra o al sole.
Il progetto definitivo ha previsto passerelle galleggianti larghe 16 metri, degradanti ai lati, per una lunghezza complessiva di 3 chilometri. Il percorso proseguiva per 1,5 chilometri lungo le strade pedonali di Sulzano e Monte Isola. Dopo la mostra, tutti i componenti saranno rimossi e riciclati.”
I pontili inoltre erano ancorati al fondo del lago con numerosi e pesanti blocchi di calcestruzzo.
L’artista dopo infruttuosi tentativi fatti nei decenni precedenti per la creazione di un’opera aventi i caratteri di quella che poi sarà realizzata “decise di riprendere il tema del pontile galleggiante e riproporlo in Italia. Fra la primavera e l’estate del 2014, Christo Vladimir Yavachev (direttore operativo), Wolfgang Wolz (direttore tecnico), Germano Celant (direttore del progetto) e Josy Kraft (archivista), hanno fatto una ricognizione sui laghi del Nord Italia alla ricerca dello scenario più suggestivo per la realizzazione del progetto.
La presenza di Monte Isola e dell’Isola di San Paolo rendeva il Lago d’Iseo il luogo ideale per The Floating Piers. L’opera avrebbe collegato il comune di Sulzano sulla terraferma a Peschiera Maraglio su Monte Isola e da lì altri due ramificazioni avrebbero congiunto Monte Isola all’Isola di San Paolo.”

Dopo un lungo lavoro preparatorio fatto di ottenimento di autorizzazioni, di impegnative prove tecniche, dei necessari contratti con diverse aziende per la produzione dei componenti l’opera e tantissime altre cose “La passerella galleggiante è stata aperta al pubblico il 18 giugno 2016[9]. Presente Christo che l’ha inaugurata senza particolari cerimonie, come da suo espresso desiderio. Il 20 giugno 2016, in una conferenza stampa tenutasi a Sale Marasino[10], ha dichiarato che l’opera sarebbe stata unica, non verrà replicata in nessun altro luogo del mondo, e si è detto contento che nei primi due giorni sia stata “calpestata” da oltre 100.000 visitatori[11].
L’ultimo giorno utile per visitare l’opera è stato il 3 luglio 2016. La mattina del giorno seguente è subito iniziata la rimozione delle passerelle: i materiali di cui è composta l’opera saranno riciclati e smaltiti in diversi siti europei. A tal proposito, Christo ha dichiarato: «Rimuoveremo ogni parte di The Floating Piers nel corso di tre mesi e lasceremo il lago d’Iseo come se non fossimo mai stati qui»[12].
Il totale dei visitatori è stato di circa 1,5 milioni[13].”

La ricerca dello straordinario: le feste

Adesso è bene affrontare il fenomeno The Floating Piers dal punto di vista antropologico-culturale. Questo evento può considerarsi, da questo punto di vista, una festa: per questo motivo utilizzerò quanto scritto a proposito delle feste da Paolo Mantegazza, uno scienziato italiano dell’ottocento. E’ da pochi anni che conosco questo studioso e mi sono accostato a lui per via dell’interesse che avevo sul fenomeno delle droghe. Alcune posizioni e pensieri di Paolo Mantegazza sono sicuramente superati ma ho trovato illuminanti molte sue intuizioni relative all’interpretazione della vita umana dal punto di vista antropologico-culturale.
Il testo di Paolo Mantegazza a cui farò riferimento è “Quadri della natura umana – Feste ed ebbrezze”, 1871, Bernardoni Editore, Milano, liberamente consultabile sul sito di Giorgio Samorini all’indirizzo http://samorini.it/site/documentazione/biblioteca/autore/m/ (CTRL+clic per aprire il collegamento)
In questo testo viene fatta una analisi scientifica delle feste. I risultati a cui perviene questo scienziato saranno utilizzati in seguito per analizzare l’evento “The Floating Piers”.

gente 1 httpwww.thefloatingpiers.comcompleted
Foto 3 Dettaglio dell’opera che mette in evidenza la partecipazione della gente

Le caratteristiche delle feste

Per Paolo Mantegazza le feste sono eventi in cui sono variamente combinati diversi sentimenti, comportamenti e motivazioni.
Ma vediamo, riportando molte citazioni di questo studioso, quali sono gli aspetti più importanti che caratterizzano le feste.

(passi presi dal I volume Capitolo IX, da pag. 202 a pag. 213)

“La storia delle feste è gran parte della storia umana,
…..
Perché una festa sia compiuta, convien sempre che la sensibilità di tutti sia portata in un mondo insolito;
….
Quanto più la festa contrasta collo stato ordinario della nostra sensibilità, colle nostre consuetudini quotidiane, e più vivace riesce la gioia che distribuisce alla gamella dei convitati, come l’ebbe a chiamare quel gigante della fantasia, che porta il nome di Vittor Hugo. Altro carattere comune a tutte le feste, è quello che i piaceri siano tutti facili e alla portata dei sensi mezzani…..

Le gioie difficili, le gioie che sono dei pochi, che san dei forti voglion sempre esser bandite dalle feste, perché poco espansive e troppo individuali. Conviene che tutti, per quanto lo concede la natura degli individui, godano allo stesso modo e si inebbrino dello stesso liquore. Gli astemi sono fuori di posto come gli intemperanti; e fra le dighe poste dalla morale e da un certo ritegno delle forme, conviene che tutti si lascino portare dall’ onda comune che tutti ravvolge e inebbria.

Non di raro la festa è delirio, è epidemia contagiosa di entusiasmi e di giubilo:
….

(questi ulteriori passi sono presi dal I volume, capitolo X, le pagine sono indicate volta per volta)
“Dire che alle feste conviene la folla e che, escluse le famigliari, esse sono più brillanti, quanto più densa essa si fa assieme a tripudiare;

Nel mar delle moltitudini affollate a godere si spengono i rancori degli individui e le piccole amarezze dell’amor proprio, e tace perfino, o almeno si nasconde, quella cronica e rabida invidia che separa le classi sociali. Nelle feste anche gli ottimati s’abbassano verso le plebi; potenti fanno gazzarra cogli infimi, e almeno nel tumulto della gioia si può credersi arrivati alla repubblica universale. L’entusiasmo si riscalda poi col crescer dei corpi e dei gridi e del tumulto, e, mentre l’uno all’altro rimanda la gioia cresciuta, anche il numero diviene sorgente nuova di gioie agli occhi innumerevoli; sicché i gaudenti son nel tempo stesso spettacolo e spettatore.
L’artista o l’anfitrione della festa gode alla sua volta di leggere negli occhi di molti la gioia ch’ egli ha creato, e l’amor proprio soddisfatto raddoppia in lui l’entusiasmo di più liberali e più splendidi tributi alla gioia di tutti.” Pag. 215-216

“La festa ha sempre o dovrebbe sempre avere un sentimento che l’ispira e che, facendo vibrare in unisono le fibre di molti, li porta all’entusiasmo.
Ora è la patria, ora la religione, ora uno dei tanti affetti di famiglia, di consanguinei o di amici che ispira la festa; ma sempre il sentimento deve far sentire le sue note più alte, perché la gioia tocchi le sfere più eccelse e più splendenti.” Pag. 217

“Come nel Medio Evo le coronazioni di poeti laureati offrivano occasioni a feste solenni; così nei tempi moderni altri fatti ben più grandi, come l’apertura del Canale di Suez e l’inaugurazione delle grandi ferrovie ci diedero spettacoli grandiosi, commoventi. Qui non più il sentimento della patria, ma l’ammirazione unanime di una grande conquista della civiltà suscita l’entusiasmo e riscalda l’atmosfera, entro cui poi foleggiano le gioie minori convitate ad ogni festa.” Pag. 221

“La musica ha tanta parte nelle feste, che il toglierla da esse sarebbe diseccare una delle più feconde sorgenti di gioie e di entusiasmi.” Pag. 236

“All’occhio però è serbata la parte migliore nel banchetto d’una festa, ché gli spettacoli e i tornei, e i trofei e i fuochi d’artifizio e le mille sorprese dei colori e delle figure, e i mille congegni dell’arte di abbellire le nostre feste, sono tutte conquiste degli occhi, son tutte inesauribili voluttà ed ebbrezze senza fine.” Pag. 236-237

“Il numero degli spettatori, come già ho accennato di volo, è già di per sé solo uno spettacolo, e noi tutti oggi restiam sorpresi, pensando al Colosseo che aveva, come leggesi in Publio Vittore, ottantasette mila luoghi (secondo qualche testo 77000), e al Circo di Tarquinio che bastava a cencinquanta mila spettatori, e il Massimo di Cesare ne conteneva 240,000, per detto di Plinio.” Pag. 237

“Nel concetto artistico di una festa vi ha un’arte diversa da tutte le altre; un po’ drammatica e semplice poi molto teatrale; e il senso estetico raggiunge mirabilmente il suo ideale, quando fa vibrare in concorde armonia il bello medio come lo sentono le moltitudini; e lo fa vibrare facilmente, senza che alcuno abbia bisogno di interpretare o
di riflettere. San queste poche parole, ma se non m’inganno, racchiudono le leggi più generali dell’estetica delle feste. Elemento capitale d’ogni festa, oltre gli entusiasmi, oltre l’ebbrezza, oltre le cento gioje dei sensi, oltre gli spettacoli e l’ armonia, è anche la ricchezza in tutto lo sfarzo dei suoi splendori.” Pagg. 252-253

“Apriamo a caso le pagine della storia e vediamo in tempi diversi, in luoghi lontani essere la ricchezza una dei più poderosi elementi delle feste.
L’avarizia non ha mai dato una festa; dacché questa è sempre una espressione di qualche ricchezza, non foss’altro che di sole e di fiori e d’armonie;…” Pag. 253

“Con questa rapida analisi delle feste io non pretendo di certo d’aver tutto veduto e tutto pesato: mi basterebbe avere studiati i principali elementi che concorrono ad intrecciare questa corona di gioie, pur riconoscendo che altri elementi secondarii possono in casi speciali associarvisi.” Pag. 252

“In qualunque modo si combinino fra di loro gli elementi primarii e secondarii d’una festa, essa traccia sempre nella vita umana un quadro insolito’ e breve;
e anche quando le feste si succedono alle feste, esse , formano parecchie scene di una commedia, che si distaccano l’una dall’altra per la calma che lascia riposare i sensi e smorza il vento alle vele dell’entusiasmo. – Vi son leggi generali che governano in noi il più semplice piacere, Come la festa più splendida e complessa; e l’artista, senza quasi saperlo, vi ubbidisce, tracciando il programma d’uno spettacolo o d’una festività qualunque. I preludii son sempre crepuscoli della gioia, e i varii divertimenti sono scosse alterne dei sensi, che con alterni piaceri fanno vibrare tutte le corde sensibili; finché l’arte addensa sul finir della festa tutte le sue risorse; e, portando la gioia al parossismo, chiude l’ultima scena. E perfetta è l’arte e perfetta è la festa, quando i mille e mille, che vi han preso parte, si ritirano alle loro case piacevolmente scossi, ma non stanchi; e le ultime vibrazioni della gioia lente lente oscillano, finché si perdono soavemente nel lavoro che si riprenderà l’indomani.” Pagg. 262-263

L’uomo nelle feste trova la forza “per combattere le noie della vita quotidiana e per sopportare in pace gli inevitabili riposi che preparano l’energia per nuove lotte e nuove gioie.” dice Paolo Mantegazza concludendo il secondo volume della sua opera. (II volume, pag. 681)

“zafarse de su memoria”

Le feste, come tante altre modalità a cui l’umanità ha fatto ricorso da decine di migliaia di anni, portano l’umana gente, sebbene temporaneamente, a superare e a dimenticare la piattezza della vita quotidiana, della vita ordinaria, per ”…procurarsi per un certo tempo un piacevole mutamento dello stato della coscienza, pel dirigersi su altre vie del pensiero e dei sentimenti, e insomma di ottenere ciò che ha espresso una volta un Indiano del Guatemala a chi gli chiedeva perché bevesse tanta aguardiente: l’uomo deve qualche volta «zafarse de su memoria », cioè riposarsi dal ricordare.” Questa citazione, che è riferita alle droghe, non è di Paolo Mantegazza ma di: Louis Lewin, Fantastika, 1981 Savelli Editori, Milano, vol. I, pag. 7 (anche questo testo è liberamente consultabile sul sito di Giorgio Samorini all’indirizzo http://samorini.it/site/documentazione/biblioteca/autore/l/ )
(CTRL+clic per aprire il collegamento)

gente 2 httpwww.thefloatingpiers.comcompleted

Foto 4 Altro dettaglio dell’opera che mette in evidenza la partecipazione della gente

La festa “The Floating piers”

Adesso è arrivato il momento di analizzare l’evento di The Floating Piers alla luce di quanto detto finora. Metteremo in evidenza come in questo evento siano presenti molti elementi caratteristici delle feste come pure metteremo in evidenza la mancanza di alcuni elementi, che invece sono presenti nelle feste dei vari paesi di Italia e del mondo, come per esempio nelle feste patronali. Saranno indicati anche altri aspetti delle feste che non sono indicati nel lavoro fatto da Paolo Mantegazza.
La conoscenza che ho acquisito sull’evento The Floating Piers si basa sull’abbondante materiale giornalistico consultato, sulla voce The Floating Piers in Wikipedia e sulla lettura di centinaia di recensioni pubblicate sul sito di Tripadvisor (1) alla voce lago d’Iseo e su Google alla voce The Floating Piers (… e anche dalla testimonianza della mia compagna che c’è stata!). In ogni caso invito coloro che fossero interessati a leggere le recensioni a cui ho fatto riferimento e l’abbondante materiale giornalistico pubblicato.
Come sopra ho già detto ho utilizzato solamente le recensioni delle persone che hanno fruito di questo evento come materiale su cui fondare l’analisi antropologico-culturale che in questo lavoro viene esposta.

Con le feste, dice Paolo Mantegazza, la sensibilità viene portata in un mondo insolito, in un mondo che però sia “alla portata dei sensi mezzani”: “Le gioie difficili, le gioie che sono dei pochi, che san dei forti voglion sempre esser bandite dalle feste” e ancora: “Nel concetto artistico di una festa vi ha un’arte diversa da tutte le altre; un po’ drammatica e semplice poi molto teatrale; e il senso estetico raggiunge mirabilmente il suo ideale, quando fa vibrare in concorde armonia il bello medio come lo sentono le moltitudini; e lo fa vibrare facilmente, senza che alcuno abbia bisogno di interpretare o di riflettere.”
The Floating Piers ha le caratteristiche tecniche per essere alla portata dei sensi mezzani, della comune sensibilità della gente: l’opera è allo stesso tempo straordinaria e ordinaria, complessa e semplice. E’ un’opera che ha emozionato, che ha entusiasmato i visitatori ma per la sua realizzazione non si è fatto ricorso a tecnologie o materiali appositamente elaborati. E’ un’opera che non poteva essere messa su dal primo venuto, che ha richiesto notevole impegno e costanza, ma allo stesso tempo non è un’opera difficile da realizzare tecnicamente e, soprattutto, per quel che ci interessa, non è difficile da interpretare esteticamente ed è capace di esaltare la ordinaria sensibilità delle persone che ne hanno fruito.

“Non di raro la festa è delirio, è epidemia contagiosa di entusiasmi e di giubilo:…”
Si provino a leggere le recensioni su Google alla voce The Floating Piers oppure su Tripadvisor alla voce Lago D’Iseo e si vedrà come questo giudizio di Paolo Mantegazza calzi a pennello!

“Dire che alle feste conviene la folla e che, escluse le famigliari, esse sono più brillanti, quanto più densa essa si fa assieme a tripudiare;…”
“Il numero degli spettatori, come già ho accennato di volo, è già di per sè solo uno spettacolo, e noi tutti oggi restiam sorpresi, pensando al Colosseo che aveva, come leggesi in Publio Vittore, ottantasette mila luoghi (secondo qualche testo 77000), e al Circo di Tarquinio che bastava a cencinquanta mila spettatori, e il Massimo di Cesare ne conteneva 240,000, per detto di Plinio.”

Questo carattere delle feste è stato quello più messo in evidenza a proposito di The Floating Piers. I visitatori che hanno fruito dell’opera, dal 18 giugno, giorno di apertura, fino al 3 luglio 2016, giorno di chiusura, sono stati, secondo quanto riportato da Wikipedia, circa un milione e mezzo.

“Nel mar delle moltitudini affollate a godere si spengono i rancori degli individui e le piccole amarezze dell’amor proprio, e tace perfino, o almeno si nasconde, quella cronica e rabida invidia che separa le classi sociali.”
Diversamente da quanto avviene per altre feste, come per le partite di calcio o altri eventi sportivi oppure anche per certi eventi musicali come i concerti rock, nell’evento in questione non si è assistito ad incidenti o tafferugli, non si è assistito a dimostrazioni di collera e odio, nonostante le condizioni di estremo disagio a cui si è arrivati per via dell’enorme afflusso di gente (ci sono stati circa un milione e mezzo di visitatori a fronte dei 700-800 mila previsti). In molte recensioni, soprattutto quelle pubblicate su Tripadvisor alla voce Lago d’Iseo, si è mostrato molta solidarietà, molto senso di comunità, perché coloro che nei giorni precedenti avevano partecipato all’evento si sono prodigati in consigli per i futuri partecipanti sul modo in cui evitare disagi dovuti alla ricerca dei parcheggi, all’utilizzo dei trasporti pubblici per raggiungere la destinazione, oppure come evitare altri disagi in relazione alla camminata sulle passerelle (per esempio veniva consigliato di portarsi creme solari, bottiglie d’acqua e altro).

“La musica ha tanta parte nelle feste, che il toglierla da esse sarebbe diseccare una delle più feconde sorgenti di gioie e di entusiasmi.”
“All’occhio però è serbata la parte migliore nel banchetto d’una festa, chè gli spettacoli e i tornei, e i trofei e i fuochi d’artifizio e le mille sorprese dei colori e delle figure, e i mille congegni dell’arte di abbellire le nostre feste, sono tutte conquiste degli occhi, son tutte inesauribili voluttà ed ebbrezze senza fine.”

Per quanto riguarda le sensibilità che, secondo Paolo Mantegazza, sono stimolate durante le feste, in questo caso vedo delle differenze. Non mi risulta che la musica abbia avuto una qualche parte in questo evento. Invece per quanto riguarda “l’occhio” ho sentito molti ammirare le sfumature cangianti di colore del telo che ricopriva le passerelle: le sfumature variavano a seconda che il telo fosse bagnato o asciutto e a seconda che fosse illuminato o in ombra.
Però la sensazione più sentita dalla gente è stata quella “fisica” cioè la sensazione di sentirsi come galleggiare sull’acqua, come camminare sull’acqua.

“L’artista o l’anfitrione della festa gode alla sua volta di leggere negli occhi di molti la gioia ch’ egli ha creato, e l’amor proprio soddisfatto raddoppia in lui l’entusiasmo di più liberali e più splendidi tributi alla gioia di tutti.”
Questo aspetto del rapporto fra i fruitori dell’opera e l’’artista (Christo) è stato molto evidente (anche se penso che i giornali ci abbiano ricamato parecchio): durante l’evento l’artista ha più volte attraversato il lago a bordo di un motoscafo e ogni volta la gente lo salutava con giubilo (“lo osannava” come hanno scritto molti giornali!). Al di là delle esagerazioni penso che questo rapporto fra la gente e l’artista sia stato molto sincero e positivo.

In un mondo, come quello in cui viviamo, in cui tutto è misurato dal denaro, perfino i sentimenti, questo evento ha messo in evidenza un valore che è al fondo della nostra cultura, anche se si mostra a fatica.
Ma di quale valore sto parlando?
Sto parlando della “gratuità”, del “dono” cioè del gesto di dare qualcosa senza avere niente in cambio. Il tema della “gratuità”, del “dono, penso che sia un tema molto complesso e che non sia possibile affrontarlo in questo contesto.
Ma perché sto parlando della “gratuità”, del “dono”, in un lavoro che tratta dell’evento The Floating Piers”?
Il motivo è molto semplice: l’accesso alle passerelle galleggianti, alle floating piers, è stato gratuito! Il costo dell’opera è stata tutta a carico dell’artista!
A tale riguardo bisogna dire che questa gratuità è in parte sminuita dal fatto che Christo recupererà quanto speso e otterrà probabilmente anche un guadagno dalla vendita dei bozzetti preparatori dell’opera e di quant’altro attinente l’opera: ciò non toglie che quello della gratuità sia un valore che ha contraddistinto la fruizione di quest’opera.

Si vuole concludere questa trattazione delle feste riproponendo le ultime due citazioni riportate nel paragrafo precedente (la prima è di Poalo Mantegazza mentre la seconda è di Louis Lewin) perché si può dire che esse riassumano il senso delle feste, il loro obiettivo: fare provare alla gente, anche se per poco tempo, delle sensazioni che la portino al superamento delle ordinarie condizioni spazio-temporali, al superamento della piattezza della vita ordinaria e, contemporaneamente, aiutarle col suo ricordo e nell’attesa di nuove feste, a farle superare le inevitabili noie della necessaria vita quotidiana che l’aspetta nei giorni successivi.

L’uomo nelle feste trova la forza “per combattere le noie della vita quotidiana e per sopportare in pace gli inevitabili riposi che preparano l’energia per nuove lotte e nuove gioie.” dice Paolo Mantegazza concludendo il secondo volume della sua opera. (II volume, pag. 681)

“zafarse de su memoria”

Le feste, come tante altre modalità a cui l’umanità ha fatto ricorso da decine di migliaia di anni, portano l’umana gente, sebbene temporaneamente, a superare e a dimenticare la piattezza della vita quotidiana, della vita ordinaria, per ”…procurarsi per un certo tempo un piacevole mutamento dello stato della coscienza, pel dirigersi su altre vie del pensiero e dei sentimenti, e insomma di ottenere ciò che ha espresso una volta un Indiano del Guatemala a chi gli chiedeva perché bevesse tanta aguardiente: l’uomo deve qualche volta «zafarse de su memoria », cioè riposarsi dal ricordare.”
“zafarse de su memoria”
, cioè riposarsi dal ricordare le ordinarie condizioni della vita quotidiana!

Breve conclusione

Il senso della vita umana è il superamento della ordinaria vita quotidiana con la ricerca e sperimentazione dello straordinario.

Scriveva un antropologo francese verso la metà del secolo scorso:
“Il fatto è che l’istinto di conservazione non è il solo al quale l’uomo obbedisce. La tendenza dell’essere a perseverare nell’esistenza, l’istinto di sopravvivenza che governa il mondo animale, si scontra con un’altra tendenza, più imperiosa ancora: quella che lo spinge a liberare i limiti che sembrano essergli stati assegnati e a cercare esso stesso al di là di ciò che è.
Il proprium dell’uomo è di restare nel perpetuo travaglio del trascendimento di sé. Questo tratto che lo caratterizza spiega tutto quello che tende ad aumentare il suo potere, ad ampliare le sue conoscenze, a raggiungere la bellezza, a far penetrare in lui una vita più ricca e intensa dalla quale intuisce ciò che è la vita divina.
Ciò che gli prova che non si inganna nel cercare di elevarsi al di sopra di se stesso è la gioia che prova ogni volta che ha coscienza di esservi giunto.”
(Le droghe degli Dei – veleni sacri, estasi divine” di Philippe De Félice, pagg. 310-311: anche questo testo è liberamente consultabile sul sito di Giorgio Samorini all’indirizzo http://www.samorini.it/doc1/alt_aut/ad/defelice.pdf ) (CTRL+clic per aprire il collegamento)

L’evento “The Floating Piers” si inquadra nella ricerca dello straordinario, che costituisce il senso della vita umana …nonostante la puzza sotto il naso dimostrata da molti critici e storici dell’arte e le critiche fuori posto fatte da tante altre persone.

Il problema che si pone di fronte all’umanità è il seguente: cercare un nuovo straordinario a fronte della nuova situazione che si è creata a partire dalla seconda metà del XX secolo! La seconda metà del XX secolo può considerarsi una nuova età assiale nella storia moderna, cioè una età che fa da spartiacque con la storia precedente perché niente è più come prima (si veda a tale riguardo il mio http://www.decrescita.com/news/gli-anni-settanta-xx-secolo/ ) (CTRL+clic per aprire il collegamento) .
La realtà umana è molto complessa e articolata: nello stesso modo dovrà essere complesso e articolato il nuovo straordinario che dovremo elaborare.

1) Tripadvisor.com è un portale web di viaggi, che pubblica le recensioni degli utenti riguardo hotel, ristoranti e attrazioni turistiche.

Fonte foto
Le foto sono prese dal sito www.thefloatingpiers.com/ (CTRL+clic per aprire il collegamento)

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Sono nato in Lucania nel lontano 1951 e abito a Bologna da circa trent’anni. Ho sempre avuto interesse, da più punti di vista, verso i “destini” (sempre più dialetticamente interconnessi) dell’umanità: da quello dei valori culturali che riempiano l’esistenza a quello delle condizioni materiali di vita (dall’esaurimento delle risorse naturali ai cambiamenti climatici, ecc.). Ho visto nel valore della “decrescita” un punto di partenza per dare un contributo alla soluzione dei gravi problemi che l’umanità ha di fronte.

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